La Festa dell’Ascensione al Cielo di Gesù, liturgicamente, è stata celebrata giovedì scorso, quaranta giorni dopo la Pasqua, ma noi la vogliamo ripetere anche questa domenica, perché pastoralmente ci sembra utile per la maggior parte dei fedeli, impossibilitati durante la settimana, vivere questo momento, che ci riporta all’inizio della fede della Chiesa.
Infatti, prima di salire al Cielo, Gesù ha dato un mandato ai suoi discepoli, che è quello di essere testimoni di Lui fino ai confini della Terra e di battezzare nel nome della Santissima Trinità. La cosa bella è che tutto questo è avvenuto con la sua benedizione e con la promessa di stare con loro sempre e di renderli forti con il dono del suo Spirito.
Da qui si comprende come la Chiesa, nonostante le fragilità umane di chi la compone, vive ancora oggi ed è capace di generare figli alla fede, perché Gesù è presente e il suo Spirito agisce in modo splendido dove, come e quando vuole, suscitando stupore e meraviglia. È un mandato che continua nel tempo, di generazione in generazione, segno della fedeltà di Dio alle promesse fatte al suo popolo, che in Gesù si vedono realizzate e che costituiscono il principio del mondo nuovo, che proprio con Gesù è iniziato.
Il nostro Arcivescovo aveva chiesto alla nostra Diocesi di impegnarsi in questo anno pastorale ad avere come obiettivo quello di fare crescere la nostra Chiesa ambrosiana come libera, unita e lieta, sullo stile dei discepoli di Gesù, che dopo averlo visto salire al Cielo “tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano nel tempio lodando Dio” (Lc 24,53) e “si riunivano nel Cenacolo per pregare” (At 1,13a). Questo dovrebbe essere anche lo stile della nostra Comunità Pastorale e noi stiamo tentando di renderlo concreto, sapendo che gli ideali richiedono conversione e tempo per essere realizzati, ma con la grazia di Dio non resteremo delusi.
Segni palpabili di tale stile fanno parte del vissuto della nostra Comunità Pastorale, importante è rendersene conto evitando di lasciarsi fagocitare solo da ciò che non va, ma che potrà essere cambiato. L’azione dello Spirito Santo è operante e compie piccoli e grandi miracoli di bene, che sono come il lievito che fa fermentare la pasta, facendo compiere passi in avanti, non subito percettibili, ma pienamente efficaci.
La prossima domenica sarà la solennità di Pentecoste, perciò vi invito in questa novena di preparazione ad invocare lo Spirito Santo, così da discernere ciò che è meglio per fare crescere la nostra Comunità a lode del Signore. La Madonna, che nel Cenacolo pregava con gli apostoli, interceda per noi.
don Sergio
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Opera: Ascensione, Giotto – 1303 – affresco – Cappella degli Scrovegni, Padova