Il grande desiderio di Gesù di fare la Pasqua con i suoi discepoli si concretizza nel Cenacolo con la cena vissuta insieme ai suoi discepoli, durante la quale prende il pane condividendolo con loro. È il preludio di ciò che sarebbe accaduto il giorno successivo quando sulla croce Gesù avrebbe donato la sua vita totalmente per la salvezza degli uomini e delle donne di tutti i tempi.
Quella di Gesù è la proposta sconvolgente di un pane spezzato e condiviso fra tutti, perché a nessuno manchi il necessario per vivere e dare senso alla propria vita. Quel pane è Gesù, la Parola incarnata per dare concretezza all’esistenza, insegnando la vera qualità della vita, in nome di una libertà, che supera ogni condizionamento e schiavitù, per aprire lo sguardo ad una comunione tra gli uomini, che Lui ha intensamente testimoniato.
La nostra società sembra non essere aperta a tale comunione, in quanto preoccupata di evidenziare il primato dell’io e del benessere personale a scapito di molti che diventano lo scarto del mondo. Questo vale anche per le ideologie fragili e fuorvianti che creano confusione, perché passano come verità assolute circa il senso della vita e del suo fine, dove Dio non è preso in considerazione e la religione diventa una serie di formule e di riti spesso incomprensibili.
È l’errore fatto dai farisei e gli scribi al tempo di Gesù, attratti inizialmente dai prodigi e dalle parole proclamate da Lui, ma non comprese in quanto contraddittorie rispetto ad una rigidità nell’affrontare il tema della fede. Una religiosità dei riti e delle norme, che Gesù era venuto non ad abolire, ma a coniugare con la dignità e il valore di ogni persona, per la quale Dio ha un amore personalissimo. Gesù vuole offrire una fede pura e libera, capace di dare bellezza alla vita, riempiendola di quei doni che sono necessari per non crollare di fronte alle difficoltà e per valorizzare ciò che immediatamente sembra troppo semplice o inutile.
Il Pane che Gesù offre ai suoi discepoli nell’Ultima Cena è ancora quello che è dato a noi nell’Eucaristia e che fortifica la nostra vita portandola giorno dopo giorno al compimento, quando tutto sarà immerso nell’amore di Dio. Per ottenere tutto ciò è indispensabile la perseveranza e la fiducia nel Dio di Gesù Cristo, che sostiene ancora molti cristiani nelle lotte quotidiane contro le forze del male.
In questi giorni è presente nella nostra Comunità Pastorale la statua della Madonna di Batnaya, testimonianza dei cristiani perseguitati dall’ISIS in Iraq e in altri Paesi del mondo. La vogliamo pregare perché interceda richiedendo a Dio il coraggio di testimoniare la fede, specialmente quando è provata dalla persecuzione, ma anche per chiedere il dono della pace dove sussistono divisioni o guerre in ogni parte del mondo.
don Sergio
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Opera: Ultima Cena – Artus Wolffort – olio su tela – Neboklooster, Nijmegen Private Collection (Paesi Bassi)