Celebriamo questa domenica la 45^ Giornata Nazionale per la Vita, voluta dai nostri Vescovi per offrire una fonte di speranza di fronte al dilagare della cultura dello scarto presente nella nostra società.
“Promuovere la cultura della Vita diventa necessario in modo particolare per tre categorie di persone, scrivono i Vescovi nel loro messaggio: la donna con suo figlio in grembo, il malato o l’anziano che affronta difficoltà di fronte alla malattia, i migranti che scappano dalla guerra. Per tutte queste realtà la tentazione è quella di percorre le vie più semplici e immediate per risolverle eliminando le persone concepite, malate, sofferenti, in fuga dalla fame, dalla guerra e dalla miseria”.
Scegliere la morte non è mai una soluzione, bensì è cadere nella trappola del buio del cuore, perché noi siamo fatti per vivere, per gustare la vita, per aiutarci gli uni gli altri, in una logica di amore reciproco, come ci ha insegnato Gesù.
La pagina del Vangelo di oggi, ci parla di un padre che non si rassegna alla possibile morte del figlio, per questo, sapendo che nel paese vicino era arrivato Gesù va a chiamarlo perché guarisca il figlio malato. Quell’uomo crede a Gesù, che gli dice: “Va’, tuo figlio è guarito”. Di fronte a ciò che può sembrare impossibile, quell’uomo crede, non perde la speranza, fa di tutto per trovare la vita.
“Il Signore crocifisso e risorto – scrivono ancora i Vescovi – ci indica la strada del dare non la morte ma la vita, generare e servire sempre la vita. Ci mostra come sia possibile coglierne il senso e il valore anche quando la sperimentiamo fragile, minacciata e faticosa. Ci aiuta ad accogliere la drammatica prepotenza della malattia e il lento venire della morte, schiudendo il mistero dell’origine e della fine. Ci insegna a condividere le stagioni difficili della sofferenza, della malattia devastante, delle gravidanze che mettono a soqquadro progetti ed equilibri… offrendo relazioni intrise di amore, rispetto, vicinanza, dialogo e servizio. Ci guida a lasciarsi sfidare dalla voglia di vivere dei bambini, dei disabili, degli anziani, dei malati, dei migranti e di tanti uomini e donne che chiedono soprattutto rispetto, dignità e accoglienza. Ci esorta a educare le nuove generazioni alla gratitudine per la vita ricevuta e all’impegno di custodirla con cura, in sé e negli altri. Ci muove a rallegrarci per i tanti uomini e donne, credenti di tutte le fedi e non credenti, che affrontano i problemi producendo vita, a volte pagando duramente di persona il loro impegno; in tutti costoro riconosciamo infatti l’azione misteriosa e vivificante dello Spirito, che rende le creature “portatrici di salvezza”. A queste persone e alle tante organizzazioni schierate su diversi fronti a difesa della vita va la nostra riconoscenza e il nostro incoraggiamento”.
Con questo spirito ci prepariamo a vivere anche la Giornata del malato il prossimo 11 febbraio e intanto ci affidiamo a S. Biagio, vescovo e martire, compatrono di Voldomino, per avere l’attenzione umana e cristiana vera nei confronti di coloro che soffrono nel corpo e nello spirito.
don Sergio
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Opera: Gesù e il centurione – Paolo Veronese – olio su tela – 1571 – Museo del Prado, Madrid