Il tempo dopo Pentecoste ci accompagna ogni anno nel percorrere il cammino della salvezza, partendo dallo stupore di fronte al perfetto atto creativo di Dio, sciupato subito dal peccato di superbia e di presunzione dovuto ad un cattivo uso della libertà da parte dell’uomo e della donna.
Nella liturgia di questa domenica ci viene presentato il brano del libro della Genesi, con il racconto del peccato originale e delle sue conseguenze fatte di rinvii accusatori prima da Adamo verso Eva e poi da Eva a Satana raffigurato dal serpente. È una delle pagine più drammatiche della Bibbia, ma capaci di interpretare il limite e la debolezza umana, che si lasciano attrarre dalle lusinghe del male, che diventano tentazioni distruttive della dignità umana.
Dio smaschera, però, il peccato aprendo gli occhi dell’uomo e della donna e lanciando una sfida epocale al demonio, con l’annuncio del tempo della salvezza, che avrà protagonista Gesù, il quale nascerà da Maria. Certamente, questo racconto è una boccata di speranza per tutti noi, che viviamo la quotidiana fatica del combattimento quotidiano contro il male.
Il Vangelo ci offre la chiave di lettura di tale speranza, che ci viene dalla fede di Maria e di Giuseppe, i quali si sono fidati della Parola di Dio cominciando a comprendere la storia salvifica del popolo Ebreo e non solo di esso, ma di tutta l’umanità, che attende una rinascita nuova e definitiva, dal nome di quel bambino che doveva nascere: “Tu, lo chiamerai Gesù (Dio Salvatore)”. Orbene, Gesù ha fatto la sua parte, ora tocca a noi, facendo la nostra e fidandoci di Dio, con l’umiltà di chi si rende conto della consapevolezza del proprio limite, lasciando spazio alla grazia di Dio che non viene mai a mancare, anche oggi e che passa attraverso i Sacramenti e l’opera dello Spirito santo.
La famiglia, ferita dal peccato originale, vede in Gesù il vero ed unico alleato in grado di suscitare la gioia di un amore definitivo e puro. Il raduno mondiale delle famiglie, svoltosi in questi giorni a Roma, è stato una profezia di mondo nuovo e un auspicio di rinnovata valutazione della bellezza familiare.
L’oratorio feriale è una grande palestra di formazione umana e cristiana, ma anche di fraternità e di lealtà nell’affrontare il gioco e le attività, che in esso si svolgono. La visita del nostro arcivescovo al nostro oratorio e a quello delle parrocchie del nostro decanato, che avverrà il prossimo giovedì, rincuora e incoraggia a fare sempre meglio.
La memoria dei nostri santi patroni Pietro e Paolo, ci sollecita a rivisitare la nostra vita, fiduciosi nella misericordia di Dio, manifestataci in Gesù, pronti a cambiare vita come hanno fatto loro.
don Sergio
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Opera: La caduta di Adamo ed Eva, Pieter Paul Rubens e Jan Brueghel il Vecchio – 1615 – olio su tavola – Mauritshuis, Paesi Bassi