Con Gesù a Gerusalemme

Concludiamo il tempo Quaresimale con la grande Settimana santa, introdotta dalla celebrazione della Domenica delle Palme, che ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, luogo in cui si sarebbe conclusa la sua missione terrena.

Gesù aveva preparato i suoi apostoli e i suoi discepoli a ciò che gli sarebbe accaduto, ma essi non riuscivano a capire, era troppo distante il loro modo di pensare, rispetto a quello di Dio, eppure le profezie antiche avevano parlato del Servo di Dio e delle sofferenze che doveva subire. Dopo la Pasqua tutti loro avrebbero dovuto rielaborare ciò che nei giorni della Passione era accaduto, ma è ciò che la liturgia ci aiuterà a meditare durante il prossimo periodo pasquale.

L’esperienza dei discepoli di Emmaus ha accompagnato la nostra Comunità Pastorale in queste settimane di Quaresima e ha fatto comprendere che quei due viandanti avevano conosciuto Gesù nella sua vita pubblica, ma dopo la risurrezione era necessario per loro rileggere tutto alla luce delle Sacre Scritture.

Ora anche noi siamo chiamati a lasciarci coinvolgere dai misteri che caratterizzano questa Settimana, chiamata nel rito ambrosiano “autentica”.

Partiamo proprio da questa Domenica provando ad immedesimarci con la folla che acclamava Gesù e con la gioia dei suoi discepoli, vedendo il Maestro osannato in modo così entusiasmante. È una gioia contagiosa, perché rivela l’attesa di un popolo che spera nel Signore, un popolo che chiede di essere liberato dalla schiavitù del male, del peccato e della morte. La situazione attuale dell’umanità sente la necessità di un cambiamento e di un rinnovamento dei modi di vivere le relazioni umane e le relazioni tra i popoli, dove sia possibile fare emergere la pace e la condivisione, frutto di una riconciliazione e di una misericordia universale, che parta dal cuore di ciascuno e in particolare dalla cellula della società, che è la famiglia.

Siamo stati tutti scossi dalla tragedia famigliare avvenuta a Mesenzana, da cui sono sorte tante domande, ma non è sufficiente, poiché è necessario riprendere in mano la questione dell’educazione affettiva e del riferimento a Cristo, che ci ha insegnato che cos’è l’amore vero, significato proprio nel Mistero Pasquale.

Per noi cristiani tutto ciò significa prenderci le nostre responsabilità, che hanno origine dal nostro battesimo, dove siamo stati introdotti nella grande famiglia dei figli di Dio e dove siamo stati iniziati a pensare e a fare diventare nostri i sentimenti di Cristo.

I prossimi giorni saranno per tutti noi occasione di riflessione e di meditazione, ma nello stesso tempo di arricchimento dell’anima per la vita nuova che la Pasqua, ogni anno, dona a chi sa viverla per bene.

L’invito e l’augurio è a gustare i prossimi Santi giorni.

don Sergio

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Opera: Entrata di Cristo a Gerusalemme – Antoon Van Dyck – 1617 – Olio su tela – Indianapolis Museum of Art, Indianapolis

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