Incarnazione e solidarietà

Inizio questo mio scritto ringraziando, anche a nome dei sacerdoti e del diacono Gabriele, per tutta la collaborazione avuta nel preparare e vivere le celebrazioni natalizie, vissute con grande dignità e con uno spirito di partecipazione spirituale intensa. Non si può calcolare il tempo e l’impegno di ciascuno, ma se ne possono gustare i frutti, che sono nel cuore di chi ha goduto la gioia dei diversi momenti celebrativi proposti nelle cinque parrocchie della nostra comunità Pastorale.

I contagi dovuti al Covid 19 non ci hanno permesso ancora di vedere una partecipazione piena; molti, infatti, sono stati costretti a restare in casa o a partecipare parzialmente ai riti natalizi, ma sono convinto che per tutti coloro che credono, la forza gioiosa del Natale sia entrata nell’anima, perché il centro di tutto è Cristo, il quale si è incarnato e vive sempre con noi.

La festa del Battesimo di Gesù che la liturgia celebra questa domenica è chiaramente un invito ad entrare in una rinnovata conoscenza di quel Bimbo contemplato nei nostri presepi e che, manifestatosi ai pastori e ai Magi, da allora continua a rivelarsi ad ogni uomo e ad ogni donna, che ricercano il volto di Dio.

Al Giordano Gesù si è messo in fila con i peccatori, che volevano cambiare vita e si è fatto battezzare da Giovanni Battista, pur non avendo alcun peccato. È stato un gesto di grande solidarietà, per affermare la comprensione di Dio nei confronti di un’umanità smarrita, ma bisognosa di ritrovare la propria identità. Per questo Dio Padre ha mandato il suo Figlio Gesù nel mondo e la conferma viene data dalla voce dal cielo che i presenti al Giordano hanno sentito: “Tu sei il Figlio mio, l’amato, in te ho posto il mio compiacimento”.

Dio approva il gesto di Gesù, perché non pensa solo alla propria vita ma si preoccupa di chi sta peggio di lui, di chi vive nella situazione di peccato e non ha paura dei giudizi del mondo pur di aiutarlo a ritrovare la bellezza di essere figlio di Dio. Penso alle volte in cui, nella sua vita pubblica, Gesù viene accusato di stare vicino ai poveri e ai peccatori, quasi potesse lasciarsi contagiare da loro. Ma Dio approva la solidarietà di Gesù, perché diventa un insegnamento per tutti coloro che compiono un gesto di bontà, rivelando in tal modo l’amore di Dio, che passa attraverso i suoi figli, anche oggi.

Abbiamo invitato, questa domenica, nelle nostre parrocchie, i bambini battezzati nel 2021 per dire la gioia della loro presenza nella nostra Comunità, ma anche per ricordarci la responsabilità della nostra testimonianza cristiana nei loro confronti.

Anche noi, come Gesù, chiamati ad incarnarci nella nostra storia e a vivere la solidarietà che lui ha mostrato nei confronti di tutti, così che nessuno si dimentichi di essere figlio di Dio, o se non ci è ancora arrivato, scopra di esserlo.

don Sergio

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Opera: Pietro Perugino, Battesimo di Cristo – 1482 – affresco – Cappella Sistina, Città del Vaticano

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