Mi sto chiedendo in queste prime settimane di Avvento che cosa significhi per me e per ciascuno di noi l’invocazione “Vieni, Signore Gesù!”. Siamo certi che Egli ci ha già visitato con in cuore il desiderio che Egli continui a venirci incontro fino a quando verrà nella gloria, alla fine dei tempi?
Nella fedeltà al suo amore Dio continua a mandarci suo Figlio Gesù, nella Chiesa e nei sacramenti, perché non manchi ad alcuno la gioia di una Presenza confortante e rassicurante nel cammino della nostra vita. Suo Figlio, infatti è l’Emmanuele, il Dio-con-noi. Se solo comprendessimo la forza di questo dono divino non ci scoraggeremmo mai e avremmo sempre il motivo di vivere il presente con tenacia e di guardare al futuro con grande speranza.
La liturgia di questa domenica ci presenta l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, su un puledro, tra la folla osannante: “Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”. È il canto di gioia di un popolo che attendeva il Messia, che sperava in Lui. È il canto di gioia che cantiamo noi, in ogni Santa Messa, perché ci sentiamo amati e invitati da Gesù ad incontrarci con Lui e con il suo Sacrificio redentore rinnovato nel tempo. Tale incontro, però, va preparato per gustarne la dolcezza e la ricchezza, così da non sprecare nulla di quanto Egli ci vuole comunicare.
A Gerusalemme, Gesù era andato per offrire tutto se stesso al Padre in sacrificio per la salvezza degli uomini di tutti i tempi e, quindi, anche del nostro, carico di paure e di contraddizioni. Di fronte ad un mondo che invoca la venuta del Signore, Egli si fa Presenza che precede ogni richiesta. Egli è già alla porta del nostro cuore come lo è stato a quella di Gerusalemme, per entrarvi portatore di amore e di pace. Sta a noi accoglierlo con i dovuti modi, degni del Dio della nostra vita e della nostra storia.
Ciò comporta il perseverare nel cammino di conversione che l’Avvento ci domanda, aiutati da Maria Immacolata, che, con il suo esempio, ci stimola sulle vie del bene e della Grazia. A Lei rivolgiamo la nostra supplica per potere raggiungere quel grado di santità necessario per riconoscere i segni della venuta di Gesù, mentre ci raggiunge sulle vie della nostra anima e in quei percorsi che il nostro cuore compie, anche se spesso, tortuosi e pieni di insidie.
In queste settimane siamo accompagnati dall’Inno alla carità e in questa domenica siamo invitati a meditare su una delle sue caratteristiche: la generosità, che in Maria si rende visibile sia nei confronti dei bisogni della cugina Elisabetta, ma ancor prima di fronte alla domanda di Dio, che le chiede di offrire la sua disponibilità totale nel dare la vita a Gesù.
Sia Maria la nostra guida sicura verso Gesù, imparando da lei come accoglierlo, mentre si fa vicino a noi.
don Sergio
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Opera: Pietro Lorenzetti, Entrata di Cristo a Gerusalemme – 1320 – Affresco – Basilica Inferiore di San Francesco, Assisi