La pagina del Vangelo di questa domenica ci presenta Gesù nella famosa cacciata dei venditori dal Tempio di Gerusalemme, attraverso cui vuole riportare la Casa del Signore al suo ruolo più vero e autentico, che è quello di essere luogo di preghiera, perché luogo della presenza del Signore, Dio della storia, significato dall’Arca dell’Alleanza, collocata nel punto più importante del Tempio, per ricordare la costante vicinanza di Dio durante il cammino nel deserto, ma anche il suo patto con il popolo stesso, rappresentato dalle tavole della Legge lì custodite.
Il gesto di Gesù è forte, ma correttivo, infatti era appena entrato a Gerusalemme per compiere la missione di salvezza, che avrebbe avuto il suo momento definitivo sulla croce. La misericordia di Dio è Grazia infinita, che si manifesta, infatti, attraverso il dono della vita di Gesù, offerta sul Calvario.
Per il credente, il motore della storia è la Grazia. Come quella espressa dal “Perdono di Assisi” che si celebra, nel mondo, dal mezzogiorno del 1° agosto a tutto il 2. Al centro di tutto questo c’è l’indulgenza. È una declinazione positiva del perdono, nonostante certe curve della storia. Parla di Dio e della sua misericordia, più ancora che del peccato e del peccatore. La misericordia di Dio è senza condizioni. Tuttavia, non è senza conseguenze. Dal dono, scaturisce il dovere. Il Perdono di Assisi, come ogni altra grazia del genere, non consiste infatti solo nel sistemare il proprio passato. Non è principalmente una sanatoria, un debito saldato. È qualcosa che influisce anche sul nostro futuro e che spinge al cambiamento.
Gesù lo riassume efficacemente: «Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro celeste» (Lc 6, 36). Il dono ricevuto va condiviso. A tal proposito, la vicenda storica del Perdono d’Assisi porta con sé un altro elemento di riflessione. Gesù – parlando misticamente col fondatore dei francescani – concede quanto lui chiede. Ma pone una condizione. Così recensisce Teobaldo, vescovo dell’epoca, in un documento ufficiale: «Accolgo quindi la tua preghiera – disse Gesù a Francesco -, ma a patto che tu domandi al mio Vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza». Ne consegue che, per un credente, la fede vissuta nella Chiesa, rappresentata dalla comunione col Papa, non sia la ciliegina sulla torta. Ma molto di più. Questa Grazia francescana si perpetua dal 1216. Approfittiamone anche noi, intanto che tale Grazia ci è offerta.
Vorrei richiamare, oltre al Perdono di Assisi, altre date importanti per la vita della Chiesa, che ricorrono questa settimana: il 4 agosto la festa del Santo Curato d’Ars, patrono dei sacerdoti; il 5 agosto la festa della Madonna della Neve, compatrona della Parrocchia di Colmegna, che celebreremo solennemente alla Messa delle 9.30 di domenica 8 agosto; il 6 agosto, primo venerdì del mese, festa della Trasfigurazione del Signore con il ricordo del 43° anniversario della morte di San Paolo VI e inizio della novena dell’Assunta; il 7 agosto memoria di S. Felicissimo, il cui corpo è conservato in un’urna di cristallo in chiesa prepositurale a Luino dal 1934.
Infine, Vorrei ringraziare, a nome di tutta la Comunità, don Giuseppe e tutti coloro che hanno reso possibile l’oratorio feriale e la Vacanza in montagna per i nostri ragazzi/e. Il loro impegno e il loro entusiasmo ottenga ora la serenità di un meritato riposo, in attesa della ripresa delle attività a settembre.
don Sergio
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Opera: Carl Heinrich Bloch, Cacciata dei venditori dal Tempio – 1872 – Olio su tavola – National Gallery, Londra