È ancora presente ai miei occhi la gioia della gioventù presente in oratorio la scorsa domenica per la Prima messa di don Angelo Papia, che ha coinvolto anche adulti e famiglie di tutta la Comunità Pastorale. Infatti, sembra ormai cosa rara che un giovane o una giovane si consacri al Signore per tutta l’esistenza, in quanto il mondo propone altri modelli di vita, apparentemente più appaganti. Se poi pensiamo alle figure dei Santi la reazione è ancora più deludente, poiché molti ritengono appartengano ad un mondo remoto e non più riconducibile al pensiero contemporaneo, che acclama solo coloro che sono chiamati miti o dei del momento.
La Chiesa, comunque, non rinuncia a riconoscere che l’unico Dio è e rimane Colui che si è manifestato come Padre, Figlio e Spirito Santo, il Dio d’Amore eterno, infinito, onnipotente, onnisciente, Signore del Cielo e della Terra, che era, che è che sarà. Inoltre, la Chiesa non rinuncia ad indicare nei Santi e Sante i modelli di una vita riuscita alla sequela di Cristo e avendo come stile il suo Vangelo.
Lunedì scorso, per i nostri ragazzi, è stato indicato come santo di riferimento san Luigi, patrono dell’oratorio di Luino. Questa settimana saranno i Santi Pietro e Paolo, patroni della chiesa prepositurale di Luino, a ricordarci il valore di una vita spesa a sevizio del Vangelo, camminando dietro la Luce, che è Cristo stesso, come ci ricorda la Parola di Dio di questa domenica.
Gesù vede una grande folla attorno a sé, composta da gente che crede in Lui, ma anche da chi lo contrasta o da chi crede, ma non lo dichiara, per non essere espulso dalla sinagoga. A tutti Gesù dice: ”Camminate mentre avete la luce, perché le tenebre non vi sorprendano; chi cammina nelle tenebre non sa dove va. Mentre avete la luce, credete nella luce, per diventare figli della luce”.
I Santi ci richiamano al fatto che camminare dietro Gesù non fa perdere la direzione della vita, infatti si può camminare, ma il rischio di sbandare è forte se perdiamo le tracce lasciate da Lui. Smarriti non si sa dove si va. Si perde il collegamento. Si sentono parole, si vedono gesti, si assiste a scelte, anche politiche e ci si chiede da dove vengano. Il Vangelo non c’entra, anzi dice il contrario, semplicemente il contrario. Pietro e Paolo ad un certo punto della loro vita di fede hanno rischiato di perdere la direzione, ma hanno fatto la scelta di seguire Gesù e la loro vita è cambiata totalmente.
Oggi notiamo che c’è molta confusione nel mondo, anche in Italia e se parliamo di fede, in una certa categoria di persone, sembra vedere il gusto dell’attaccare la Chiesa, pensandola ormai agonizzante e causa dei mali della società. Ma non dobbiamo avere timore, perché esiste un humus di fede profondo, che solo i benpensanti non riescono a riconoscere, perché troppo attratti dagli scandali, dai dibattiti televisivi morbosi e noiosi, che sentono solo il rumore dell’albero abbattuto e non della foresta cresce.
La vita cristiana è fatta innanzitutto di cose semplici, di gesti di amore quotidiani, di sguardi e parole delicati, troppo lontani dallo stile urlato e volgare a cui vuole sottoporci un certo tipo di società contemporanea. Nei miei 40 anni di sacerdozio, nei 50 di quelli di don Franco e negli 80 anni di vita di don Ilario molte cose sono cambiate, ma senz’altro e io lo dico per quanto riguarda la mia esperienza personale, si è rinforzata in me la convinzione che il Vangelo è una forza imbattibile e che, nonostante appaia il contrario, il suo annuncio è, ancora di più di altri tempi, una sfida da affrontare come risposta agli autentici bisogni dell’umanità contemporanea. Posso affermare, che più vado avanti, più mi convinco che la risposta data al Signore nella mia giovinezza, diventando sacerdote, è la cosa più giusta che ho fatto nella mia vita, nonostante le fatiche e le difficoltà che questa comporta e ciò perché non mi sento affatto inutile e nemmeno annoiato e disoccupato.
A un giovane che sente di essere chiamato a diventare sacerdote o a consacrare la vita al Signore in una particolare consacrazione, direi di avere il coraggio di verificare la sua vocazione e se capisse che è ciò che vuole il Signore da lui, di non tirarsi indietro. Non perde proprio nulla.
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Opera: Scuola di Vincenzo Camuccini, Santi Pietro e Paolo – 1825 – Tela – Cattedrale di Imola