Del tuo spirito, Signore, è piena la terra

Il nostro Arcivescovo ci ha accompagnato in questo anno pastorale scrivendo, all’inizio di ogni tempo liturgico, una lettera con spunti interessanti per aiutarci ad entrare a leggere la nostra vita alla luce del mistero di Cristo. Così ha fatto anche in occasione della solennità di Pentecoste che celebriamo questa domenica e a partire dalla quale siamo invitati ad accogliere lo Spirito Santo con i suoi doni, sorgente di vita che si rinnova nel tempo.

La lettera ha come titolo: “Del tuo Spirito, Signore, è piena la terra” e ricorda come “la tradizione biblica dice creato per riconoscere l’opera di Dio che ha piantato il giardino come casa ospitale per l’uomo e la donna, perché sia custodito e coltivato e possa produrre frutti per i figli degli uomini”. L’Arcivescovo fa appello all’insegnamento di Papa Francesco, ma anche alla dottrina sociale della Chiesa che chiedono un vero e proprio cambiamento di mentalità, un modo nuovo di vivere il rapporto tra ambiente, società, cultura e umanità.

L’esperienza degli apostoli nel Cenacolo con Maria è illuminante per i cristiani di tutti i tempi, perché dal giorno di Pentecoste è iniziata la loro missione che li ha portati in tutto il mondo ad annunciare uno stile di vita capace di realizzare una riconciliazione tra Dio e gli uomini, ma anche tra gli uomini e questi ultimi con il creato intero. Possiamo parlare di spiritualità, che significa vita secondo lo Spirito Santo, che infiamma i cuori offrendo doni carichi di gioia e di pace e insieme di zelo e passione, di gusto per la vita e di compassione.

Dalla Pentecoste è nata la Chiesa, che continua nel tempo a diffondere la forza di vita nuova, generata dallo Spirito Santo, presente e operante in modo misterioso ed efficace dentro la storia degli uomini e delle donne in ogni parte della terra. È lo Spirito Santo che suscita i molteplici carismi, che caratterizzano la bellezza e la originalità di ogni credente, quando li sa accogliere, facendoli fruttificare nella realizzazione della propria vocazione. È sempre lo Spirito Santo che guida la nostra Comunità Pastorale suscitando occasioni meravigliose nelle quali si percepisce la forza e la vivacità di una Chiesa che non si arrende di fronte a chi la vuole vedere o fare passare come retrograda e priva di profezia. In questa nostra Chiesa ci sono tante fatiche, ma anche tante scintille di un fuoco che arde e che attraverso di esse può attizzare cuori in attesa di ardere di amore. È lo Spirito Santo che noi vogliamo ancora ringraziare e implorare per affrontare le sfide di un mondo che rischia di perdersi nella presunzione di un’autosufficienza che nega Dio e che poi si ritrova a smarrirsi di fronte ad un virus impazzito.

Gli Apostoli con Maria ci insegnano che la loro forza è iniziata con la preghiera nel Cenacolo ed è proseguita nella loro docilità allo Spirito Santo, che li ha condotti dove loro non avrebbero mai pensato di arrivare e li ha ispirati a realizzare nella vita ciò che avevano imparato da Gesù, lasciandosi plasmare dal suo Vangelo. Tutto ciò può accadere anche a noi, se ravviviamo la nostra fede, che suscita la speranza in vista della carità, espressione piena dello Spirito d’amore, di cui è piena la Terra.

don Sergio

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Opera: Giotto, Pentecoste – 1303/1305 – Affresco – Cappella degli Scrovegni, Padova

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