La quarta domenica di Pasqua è da 57 anni dedicata alla celebrazione della Giornata mondiale di preghiera per le Vocazioni di speciale consacrazione e quest’anno si colloca all’interno di una situazione mondiale segnata dal Coronavirus, dove le incertezze e le fatiche stanno coinvolgendo tutte le fasce di età, facendo porre tante domande sulla vita e sul suo significato.
Questa Giornata mondiale promossa dalla Chiesa è un invito particolare ai ragazzi, adolescenti e giovani a meditare sul proprio progetto di vita, perché essa sia valorizzata e vissuta in pienezza. Il tema proposto per quest’anno è “datevi al meglio della vita”, potremmo tradurlo con spendetevi, giocatevi per ciò che è il meglio della vita, così che niente venga sprecato e tutto venga valorizzato di ciò che si è e si ha alla luce del Vangelo, nella sequela di Cristo, come hanno fatto i discepoli, secondo la vocazione a cui ciascuno è chiamato, che può essere anche la vocazione di speciale consacrazione.
C’è sempre un momento nella vita in cui è necessario decidere su ciò che si vuole fare del proprio futuro e per questo è necessario un discernimento, che non può prescindere dalla domanda: “che cosa vuole il Signore da me?”, perché se è Lui che ci ha pensato e creato ha anche un progetto su di noi. Nel seguire Lui e il suo Vangelo riusciamo a comprendere come sfruttare al meglio ciò che siamo e ciò che abbiamo: la nostra fede, i nostri talenti, sentimenti, conoscenze.
Papa Francesco, nel suo messaggio inviato per questa giornata ha preso come spunto l’icona evangelica che ci racconta la singolare esperienza capitata a Gesù e Pietro durante una notte di tempesta sul lago di Tiberiade (cfr Mt 14,22-33) e l’ha riletta puntando su quattro parole: gratitudine, coraggio, fatica e lode. L’immagine di questa traversata evoca il viaggio della nostra esistenza, segnata da desideri, paure, impegni, nella ricerca di una felicità vera e duratura. Il Vangelo ci dice che Gesù chiede ai discepoli di precederlo all’altra riva mentre egli doveva congedare la folla per cui aveva moltiplicato i pani.
Spiega Papa Francesco: “La prima parola della vocazione, allora, è gratitudine. Navigare verso la rotta giusta non è un compito affidato solo ai nostri sforzi, né dipende solo dai percorsi che scegliamo di fare. La realizzazione di noi stessi e dei nostri progetti di vita non è il risultato matematico di ciò che decidiamo dentro un “io” isolato; al contrario, è prima di tutto la risposta a una chiamata che ci viene dall’Alto. È il Signore che ci indica la riva verso cui andare”.
In questo viaggio nasce anche la paura dettata da quei fantasmi che spesso noi ci creiamo e che bloccano i nostri passi. Scrive ancora Francesco: “Quando i discepoli vedono Gesù avvicinarsi camminando sulle acque, inizialmente pensano che si tratti di un fantasma e hanno paura. Ma subito Gesù li rassicura con una parola che deve sempre accompagnare la nostra vita e il nostro cammino vocazionale: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!» (v. 27). Proprio questa è la seconda parola che vorrei consegnarvi: coraggio“.
Ogni vocazione è accompagnata dalla fatica, dall’impegno, ma Papa Francesco rassicura: “Se ci lasciamo travolgere dal pensiero delle responsabilità che ci attendono o delle avversità che si presenteranno, allora distoglieremo presto lo sguardo da Gesù e, come Pietro, rischieremo di affondare. Al contrario, pur nelle nostre fragilità e povertà, la fede ci permette di camminare incontro al Signore Risorto e di vincere anche le tempeste. Lui infatti ci tende la mano quando per stanchezza o per paura rischiamo di affondare, e ci dona lo slancio necessario per vivere la nostra vocazione con gioia ed entusiasmo.”
La meta raggiunta è il motivo della lode, che accompagna la vita di ogni vocazione. “E allora, pur in mezzo alle onde, la nostra vita si apre alla lode. È questa l’ultima parola della vocazione, e vuole essere anche l’invito a coltivare l’atteggiamento interiore di Maria Santissima: grata per lo sguardo di Dio che si è posato su di lei, consegnando nella fede le paure e i turbamenti, abbracciando con coraggio la chiamata, Ella ha fatto della sua vita un eterno canto di lode al Signore”.
Gesù Buon Pastore, di cui ci parla il Vangelo di questa domenica, sia la guida sicura per la nostra gioventù e li apra alla gioia di una vita a cui possano dare il meglio di loro stessi.
don Sergio, don Ennio, don Franco, don Ilario, don Massimiliano, diacono Gabriele
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Quadro: Lorenzo Veneziano – Cristo salva San Pietro dalle acque – 1370 – olio su tela – Museo Statale di Berlino