San Paolo VI pregava Gesù dicendogli: “Tu ci sei necessario”. Quanta verità in quelle parole! Anche ora che arriva il Natale mi sento di ripetere le stesse parole del grande Papa e di riproporle a voi, come l’invocazione più vera
che è presente nel cuore di tutti. Gesù ci è davvero necessario per ridare gioia e speranza alla nostra vita personale e anche a quella dell’intera umanità.
Visitando le famiglie, in questo tempo di Avvento, molti mi hanno detto di riporre tanta speranza nel Natale, attendendo che le cose cambino in meglio e ciascuno in misura maggiore o minore. Tutti sentiamo il desiderio di migliorare la nostra condizione di vita e non solo dal punto di vista economico, bensì interiore. È, infatti, il cuore dell’uomo che chiede di rinnovarsi, di ritrovare una pace e una serenità durature. Gesù è venuto nel mondo per riempirci della sua pace e del suo amore: è Lui la vera realizzazione dell’uomo, perché in Lui è il modello dell’uomo autentico. Ogni nostro sforzo, anche se inconsapevolmente, tende a ricercare Lui, il Figlio di Dio, che continua a redimere l’uomo lacerato spesso nella sua dimensione personale e comunitaria. Il Natale diventa, così, il momento ideale per recuperare ciò che di più vero sta nella ricerca dell’uomo, bisogna però accorgersene e allora si gioisce.
Lì, nella mangiatoia, è racchiuso il segreto della felicità, che grandi e piccoli possono scoprire. Da quella semplicità, povertà e umiltà proviene una pace che rassicura e dà forza imprimendo energie positive di gioia indescrivibile.
Gesù ci è necessario, perché è la gioia di Dio che irradia il mondo intero e lo induce a trasformarsi, a cambiare. Non hanno più senso la tristezza, il dolore, il rancore, l’odio, l’inimicizia e ogni sorta di cattiveria umana. E qui sta la “spina”: il Bambino Gesù diventa un grande provocatore, spingendo gli uomini a superare ogni forma di malessere e divisione.
Il giorno di Natale è un forte richiamo alle cose autentiche, quelle che contano davvero, perciò tutto quello che non è secondo quella visione è da scartare. A Natale molti sono tristi, eppure Gesù è la gioia dell’uomo. Allora Lui ci è necessario per togliere ogni tristezza. La sua presenza e il suo messaggio ci ricordano che l’uomo è fatto per la felicità, che va coltivata nel profondo del cuore. La spina di cui parlavo sopra, se da una parte è dolorosa, dall’altra ci è utile per impegnarci a ritrovare le vie giuste che conducono alla meta della vera gioia. Se il Natale ci mette questa spina dobbiamo dire grazie a Gesù, perché ci fa capire che è ora di cambiare, di prendere delle decisioni, che sono sempre sulla linea dell’amore.
Dio ha mandato nel mondo suo Figlio Gesù per dirci che se manca l’amore non possiamo essere contenti. La gioia vera sta nell’amare e nel sentirsi amati. Ci possono succedere tante cose nel corso di un anno, ma sempre Gesù ci ricorda che Dio ci vuole bene, che noi siamo figli amati e, proprio perché amati, siamo chiamati a diffondere amore. L’amore supera ogni barriera, anche quella della morte. Se qualcuno ha perso un proprio caro sentirà la nostalgia di una presenza, ma nello stesso tempo gioirà perché l’amore lo fa sentire ancora unito a lui. Solo quando non si ama si è tristi, soprattutto dentro. Penso a tante divisioni familiari: la gioia del Natale non è completa, perché è stata creata una barriera all’amore. Gesù è la spina che ci invita a togliere ogni barriera con la logica del perdono e della riconciliazione.
Auguro a tutti una gioia cristiana anche a nome della Diaconia della Comunità Pastorale.
don Sergio