Il tempo di Pentecoste ha aperto la nostra mente al mistero di Dio e la scorsa domenica, con la festa della SS. Trinità, ci siamo soffermati sulla relazione che unisce il Padre e il Figlio nell’Amore dello Spirito Santo, che non si chiude, ma crea l’uomo e la donna, a sua immagine e somiglianza, investendoli di una dignità meravigliosa, che nemmeno il peccato originale è riuscito a cancellare.
Infatti l’incarnazione del Verbo ha avuto lo scopo di recuperare reale dignità, offrendo le grazie necessarie per mantenerla viva, specialmente con la forza del Vangelo e con l’Eucaristia, di cui abbiamo celebrato la festa nel giorno del Corpus Domini.
Noi cristiani abbiamo la gioia di sperimentare l’amore di Dio, che si è rivelato in Gesù e nell’anno liturgico rileggere i momenti fondamentali di una storia di salvezza che ci avvolge, permettendoci di guardare alla nostra esistenza con fiducia, perché riconosciamo l’attenzione divina, che non viene mai meno.
La pagina del Vangelo di questa domenica ci rammenta che Dio è provvidente, basta solo guardarci attorno, avere occhi e cuore per osservare come la presenza amorevole di Dio abbracci tutte le creature e in modo particolare gli uomini e le donne, per i quali Gesù si è donato totalmente.
Il guaio nostro è di essere sempre di fretta o di essere sollecitati da tante cose, per cui non abbiamo il tempo di guardare, di osservare, così che tutto sfugge via come un torrente impetuoso, cancellando e trascinando con sé anche ciò che è buono.
“Cercate prima di tutto il Regno di Dio…”, ci dice Gesù, ma ciò è possibile se abbiamo la pazienza e la fiducia di attendere, senza lasciarsi prendere dall’affanno e dalla fretta, pensando di essere noi i fautori di tutto. Se Dio provvede agli uccelli del cielo e ai gigli del campo ancor di più interverrà in favore degli uomini, per i quali ha permesso che il suo Figlio Gesù desse la vita. Egli ci ha posto in questo mondo, ciascuno con la propria vocazione e missione, suscitando doni e carismi, perché nessuno si senta abbandonato, ma protagonista di un disegno, che non è nostro, ma suo.
Vorrei leggere in questa luce il 50° anniversario di sacerdozio di don Isidoro Parietti, luinese, ordinato il 28 giugno del 1969, che festeggeremo nella festa dei santi Pietro e Paolo, sabato prossimo. Sarà anche l’occasione per pregare, così che nascano dalla nostra Comunità Pastorale qualche nuova vocazione al sacerdozio e alla vita consacrata.
don Sergio