Lo Spirito Santo guida alla verità

Siamo quasi al termine del mese di maggio, dove la preghiera mariana del S. Rosario è stata la costante della vita spirituale dei cristiani, mentre il tempo pasquale ci ha fatto rivivere l’entusiasmo degli apostoli e delle prime comunità cristiane, chiamate ad accogliere e testimoniare la novità della salvezza, portata dalla risurrezione di Gesù.
Possiamo dire che queste ultime settimane hanno portato una boccata di ossigeno alla nostra Chiesa, che si sente rivitalizzata dall’esperienza della Chiesa primitiva, in cui la gioia dell’accoglienza del messaggio evangelico era spesso contrastata dalla fatica dell’ostilità e dalla persecuzione violenta. Niente comunque ha potuto fermare la spinta missionaria di chi aveva scoperto la bellezza dell’amore gratuito di Dio che non faceva preferenza di persone, ma si proponeva a tutti coloro che provenivano dall’ebraismo o dal paganesimo.

La testimonianza di san Paolo, che descrisse la sua conversione e che troviamo nel libro degli Atti in questa domenica, ci rivela quanto Gesù risorto può operare nel cuore degli uomini e trasformarli, rendendoli figli di Dio, pronti per ogni opera buona. Lo Spirito Santo è il dono di Cristo risorto, già promesso da Lui prima della Passione, evidenziandone anche le caratteristiche. Nel brano di Vangelo di questa domenica, Gesù è presentato mentre dice ai suoi discepoli, riuniti nel cenacolo la sera del giovedì santo, che molte cose avrebbe avuto ancora da dire loro, ma non sarebbero stati capaci di sopportarne il peso. Perciò, proseguì dicendo: “quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità”.

Non è cosa da poco conoscere la verità della vita, delle cose che ci circondano, di Dio che si rivela a noi, per questo vogliamo invocare lo Spirito Santo e di occasioni per farlo ne abbiamo molteplici.

Penso a questa domenica, in cui siamo chiamati a votare per le elezioni europee: è necessario un giusto discernimento per comprendere nelle famiglie, nei luoghi di vita, nelle comunità cristiane come diventare più capaci di parlare di problemi sociali e di politiche concrete, senza timidezze eccessive e senza scimmiottare le grida ansiose e convulse di una certa comunicazione diffusa che trasforma il dibattito politico in rissa verbale.
La pluralità delle visioni, anche tra cattolici, non ci deve spaventare ma deve generare una rinnovata capacità di condividere valori e di convergere su scelte sagge.
Dobbiamo interrogarci tutti molto di più sulla vocazione politica e sulla chiamata all’impegno diretto, cominciando fin da subito a tessere un dialogo franco con chi vicino a noi si attiva in prima persona per il bene pubblico.

Non dimentichiamoci dell’invito rivolto a tutti dal nostro Arcivescovo nel discorso fatto alla festa di S. Ambrogio 2018: “autorizzati a pensare”. La novena di Pentecoste, che inizierà venerdì 31 maggio, può essere l’occasione per invocare lo Spirito Santo su di noi e su chi avrà il compito di governare in questa Europa per raggiungere il bene comune.

don Sergio

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