Non mi vergogno del Vangelo

S. Paolo, all’inizio della sua lettera ai Romani, scrive: “Non mi vergogno del Vangelo, perché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede” (Rom 1,6b). Le parole dell’Apostolo delle genti sono state un grande incoraggiamento per i cristiani di tutti i tempi, specialmente per coloro che si sono trovati ad annunciare il Vangelo in un contesto culturale ostile o completamente opposto al messaggio di Gesù.
Paolo, scrivendo ai Romani, rivela il suo desiderio di annunciare il Vangelo alla città di Roma e lo farà in modo stranissimo, poiché a Roma vi giungerà prigioniero e, proprio agli arresti domiciliari parlerà di Gesù.

La nostra situazione attuale non è certamente favorevole al Vangelo, verso il quale sembra ci sia un remare contro, dettato da un’ideologia che vede l’uomo concentrato su di sé, autosufficiente e poco propenso a confrontarsi con il Dio di Gesù Cristo, essendosi, invece, creato un dio a propria misura. Gesù stesso si è trovato a lottare con coloro che non riconoscevano in Lui l’inviato di Dio, perché chiusi nel loro modo di concepire la religione e poco aperti alla rivelazione del Dio che è, che era e che viene. La forza e l’originalità del Vangelo di Gesù stanno nella sua attualità, nella sua capacità di interpretare la storia di ciascuno in ogni tempo e, dunque, anche quella del nostro tempo.
Forse l’ostilità nei confronti del Vangelo nasce dal fatto che esso interpreta e giudica, sconvolgendo le nostre idee e le nostre presunte verità. Quando, però, ci rendiamo conto che il messaggio di Gesù è verità su ciò che siamo e viviamo, tutto cambia, così che lo accogliamo come una ricchezza capace di dare slancio alla nostra vita, indicandole vie percorribili in ogni tempo ed in ogni situazione.

Il Vangelo, infatti, è innanzitutto la persona stessa di Gesù, che, come leggiamo nel brano di Giovanni di questa domenica, si definisce così: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”(Gv 8,12) E camminare nella luce permette di vedere ciò che ci sta attorno senza la paura di inciampare o di confondere ciò che incontriamo. La luce apre alla verità dando all’esistenza quella sicurezza che tutti ricerchiamo dentro le contraddizioni del mondo.

Come cristiani non possiamo rinunciare alla testimonianza e dobbiamo farlo con fermezza, dando ragione di ciò che siamo e diciamo. Qualche volta sembra difficile, perché ci si rende conto di non essere sufficientemente afferrati contro le argomentazioni di chi crede di conoscere la pienezza della verità.
Per tale motivo è necessario farsi aiutare dagli strumenti che la Chiesa ci propone: la Parola di Dio, la catechesi, testi di approfondimento e anche dalla stampa cattolica. In Italia abbiamo degli aiuti specifici, che possiamo sfruttare benissimo: penso alle televisioni cattoliche, che, con il digitale, oggi sono accessibili a tutti; alle radio cattoliche, alle riviste missionarie, al giornale cattolico Avvenire.

don Sergio

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