La solennità di san Giuseppe, celebrata lo scorso martedì, ci ha posto davanti l’uomo giusto, mite e carico di fede a cui fare riferimento nella nostra vita spirituale. A partire da qui, possiamo affrontare questa terza domenica di Quaresima, chiamata “domenica di Abramo” nostro padre nella fede.
La discussione tra Gesù e i suoi interlocutori, che troviamo nella pagina di Vangelo, è molto accesa e in certi passaggi è addirittura drammatica fino ad arrivare al tentativo di lapidare Gesù. Qual è il motivo? Gesù aveva invitato coloro che avevano cominciato a credere in Lui a “rimanere nella sua parola, così da conoscere la verità, che rende liberi”. Sulla parola “libertà” nacque una forte diatriba, perché essi non si sentivano schiavi di nessuno ritenendosi liberi solo per il fatto di appartenere al popolo di Abramo.
Ma questo basta per sentirsi liberi? Come se noi oggi dicessimo che siamo liberi solo per il fatto di essere cristiani, battezzati. Gesù chiede qualcosa di più che consiste non solo nell’essere battezzati, ma nell’attuare il Vangelo nella vita quotidiana.
Non basta, dunque, credere, ma è necessario realizzare nel mondo l’opera di Dio, che in Gesù si è manifestata in maniera piena.
Già, comunque, credere non è proprio cosa facile, perché significa liberare il cuore e la mente da tutti i condizionamenti del mondo, togliere il peccato che è dentro di noi, essere profeti della novità di vita che il Signore Gesù ha rivelato con le sue parole e le sue opere. In una parola è fare diventare vita il Vangelo, ma ciò significa ascoltare il Vangelo, rimanere con la vita dentro il Vangelo.
Le domande che possono nascere da questa domenica sono queste: in che cosa credo’ in Chi credo? La mia fede sta cambiando la mia vita? Il tempo quaresimale è favorevole per purificare la nostra fede in un ascolto più profondo della parola di Dio capace di renderci veramente liberi.
Negli ultimi due anni abbiamo distribuito, durante il tempo quaresimale, prima il Vangelo di Matteo, poi quello di Marco, questa domenica sarà il Vangelo di Luca. L’invito è a mettersi in ascolto di Gesù, come Mosè (rappresenta la Legge antica) ed Elia (i profeti), nell’icona esposta nelle chiese della nostra comunità, trovando in Lui il respiro di Dio, che orienta la nostra vita, verso il Cielo.
don Sergio