Basta. L’amore che salva e il male insopportabile

Cominciamo a dare uno sguardo alla nuova proposta pastorale dell’Arcivescovo Mario per il prossimo anno. È lo stesso Arcivescovo a spiegare, nell’Introduzione, il significato di un titolo provocatorio: «La Proposta pastorale invita a rinnovare la fiducia nella grazia di Dio che basta per perseverare nella vita cristiana e propone di dire “basta!” al male con cui i figli degli uomini tormentano gli altri e se stessi».

Richiamando la Lettera di san Paolo ai Corinzi e gli scritti di santi come Teresa d’Avila e Ignazio di Loyola, monsignor Delpini spiega che «lo smantellamento della nostra superbia apre uno spazio in cui si fa percepibile in modo limpido che tutto è frutto del dono del Signore, potenza sua che si manifesta proprio nella nostra debolezza (…). Questo ci dona anche la chiarezza e il coraggio di dire “basta” a quanto fa dimenticare il dono del Signore o a quanto lo contrasta esplicitamente».

Vengono poi citati, e collegati al tema della Proposta, altri due appuntamenti del nuovo anno: la canonizzazione di Carlo Acutis («invito a guardare al giovane Carlo per diventare con lui amici di Gesù, per riconoscere che le debolezze personali sono il luogo in cui si manifesta la forza misteriosa di Dio») e i 1.700 anni dal Concilio di Nicea («nei primi secoli della storia della Chiesa i cristiani hanno molto pregato, pensato, sofferto per difendere l’essenziale verità a proposito di Gesù, vero Figlio di Dio che ci rende figli di Dio»).

Ma il 2025 sarà caratterizzato, soprattutto, dal Giubileo della Chiesa universale, al via il prossimo 24 dicembre. “Ritengo pertanto doveroso richiamare a riconoscere il primato della grazia e quindi l’irrinunciabile dimorare nella dimensione contemplativa della vita, nell’ascolto della Parola e nella centralità della Pasqua di Gesù che si celebra nell’Eucaristia». Dunque, aggiunge, «nell’anno giubilare è opportuno che ci sia un tempo, per esempio il mese di gennaio, non tanto per ulteriori riunioni e discussioni, ma per sospendere, per quanto è possibile, le attività ordinarie e vivere un “tempo sabbatico”, dedicato non a fare qualche cosa, ma a raccogliersi in una preghiera più distesa, in conversazioni più gratuite, in serate familiari più tranquille».

Il Giubileo e, più in generale, «l’annuncio della salvezza, la proclamazione del Vangelo, la pratica della lectio perché la Parola di Dio sia lampada per il cammino della vita, invitano ad accogliere il dono della vita nuova. La “vita vecchia” è insopportabile: basta
con il peccato!». Da qui, anzitutto, un richiamo a dedicare una speciale attenzione al sacramento della Riconciliazione, «esposto al rischio di un’enfasi sproporzionata sul “dire i peccati”, piuttosto che sul celebrare la grazia del perdono.

Ritorneremo sicuramente su questo testo importante; accogliamo sin d’ora l’invito dell’Arcivescovo a lasciarci trasformare dalla grazia di Dio.

don Daniele

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Opera: San Paolo – Giotto – anni ’90 del XIII secolo – affresco – Basilica Superiore di San Francesco d’Assisi


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