Scrivo mentre, in questi giorni, stiamo celebrando nella nostra Comunità Pastorale le Giornate Eucaristiche, che fino a qualche anno fa erano chiamate Quarantore, offrendo ai fedeli un tempo prolungato di adorazione davanti a Gesù, esposto sull’altare nell’ostensorio.
Sono convinto che tutti noi abbiamo bisogno di riconoscere la Presenza di Gesù, vero Dio e vero Uomo nell’Ostia consacrata, come segno di fedeltà dell’amore di Dio nel tempo e nella storia. La volontà di Gesù di donare il suo Corpo e il suo sangue, offrendosi al Padre per la salvezza dell’umanità raggiunge anche noi, oggi e quando ne siamo consapevoli restiamo avvolti di gioia e di stupore, fino alla commozione.
Certamente questo è un Mistero grande, ma proprio per tale motivo chiede di essere esplorato con pazienza e man mano lo si fa, se ne viene conquistati per la grandezza e insieme per la piccolezza. Grandezza perché ci fa pregustare l’Amore Trinitario di Dio e pochezza, perché l’ostia consacrata rivela l’estrema umiltà di Dio, che in Gesù si annienta per essere vicino, per essere a nostra portata. Nel nostro mondo, in ricerca sempre dell’efficienza, la domanda può essere questa: “cosa ne ricavo?”. Io rispondo così: “la gioia di sentirmi amato e la spinta a fare della mia vita un dono d’amore per gli altri”.
Sarei felicissimo se queste giornate eucaristiche portassero in tutti noi un desiderio più profondo di adorazione e di silenzio, risvegliando l’anelito per un incontro con Colui che è continuamente ricercato e continuamente Presente, in modo misterioso, ma reale, nel Pane che dà vita e che sostiene il nostro cammino verso la meta della nostra esistenza.
L’esempio di tutti i Santi, che il 1° novembre ricorderemo, ci richiama alla loro esperienza di vita, in cui l’Eucaristia è diventata una forza vitale. Mi piace ricordare il giovane Carlo Acutis, beatificato lo scorso anno, il quale diceva che “l’Eucaristia è l’autostrada per il cielo”, una metafora efficacissima, segno della capacità di Carlo di intuire la sostanza della nostra fede, e tradurla con immagini alla portata di tutti.
L’Eucaristia, infatti, è fonte e culmine della vita cristiana perché, come l’unione di grazia, anche l’unione con l’Eucaristia è “l’inizio della vita eterna. L’amore ha fretta di contrarre l’unione che non deve mai finire”. L’Eucaristia quindi è quell’ “autostrada” che spalanca le porte verso Dio: con essa il Signore si fa pane, si fa vino e ci dice: “Io sono il nutrimento delle grandi anime: credi e mangia, perché tu non mi trasformerai in te come fai con gli alimenti del tuo corpo, ma sarai tu ad essere trasformato in me”.
Infine, ricordo che l’Eucaristia è sacrificio compiuto da Gesù per la salvezza di tutti, perciò in ogni s. Messa e specialmente quella celebrata nella commemorazione di tutti i defunti diventa una forza di intercessione a Dio per i nostri cari così che possano unirsi totalmente e per sempre al suo amore.
don Sergio
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Opera: Juan Vicente Macip, L’ultima Cena – 1555/1562 – Olio su tavola – Museo del Prado, Madrid