Sento il dovere di ringraziare tutti coloro che nelle cinque parrocchie della Comunità Pastorale hanno contribuito a rendere dignitose e belle le celebrazioni della Settimana Santa, permettendo alle diverse assemblee di partecipare devote e attente ai riti più importanti dell’Anno liturgico.
Dopo le restrizioni dello scorso anno, abbiamo vissuto una Pasqua che è stata molto desiderata e lo si è potuto constatare dal clima coinvolgente di coloro che hanno partecipato alle funzioni religiose. Grazie, dunque, perché la gioia di essere cristiani nasce dal trovarsi insieme per condividere i momenti di preghiera nei quali il Signore è realmente presente e dai quali partiamo per essere testimoni nei luoghi della nostra quotidianità.
Il libro degli Atti degli Apostoli, che ci accompagnerà in tutto il tempo pasquale ci aiuta a leggere gli avvenimenti che hanno accompagnato la Chiesa nascente a diffondersi in Palestina e in tutto il mondo allora conosciuto. Gli apostoli sono stati coloro che hanno sperimentato l’incontro con Gesù risorto e che hanno accolto l’invito di Lui di andare in tutto il mondo ad annunciare il Vangelo portando pace e misericordia.
Il Vangelo di questa domenica ci riporta l’apparizione di Gesù agli apostoli nel Cenacolo la sera di Pasqua e poi anche otto giorni dopo. Nelle ambedue apparizioni Gesù si presenta augurando la pace e dando l’ordine agli apostoli di perdonare i peccati con la grazia dello Spirito Santo, in un’abbondanza di misericordia, che Lui stesso ha avuto nei loro confronti, dopo che essi lo avevano abbandonato nei giorni della Passione e nonostante l’incredulità temporanea di Tommaso, smaltita alla visione dei segni della Passione sul corpo di Gesù. Lì, nel Cenacolo, era proprio Lui, con i segni che erano evidenti: “Metti il tuo dito, Tommaso, nelle mie mani e la tua mano nel costato e non essere più incredulo, ma credente”.
Quei segni non erano soltanto delle ferite, ma la sorprendente rivelazione dell’amore di Gesù che aveva amato sino alla fine ed ora era pronto a continuare a donare questi suoi sentimenti attraverso l’opera della Chiesa. Sì, perché da quel momento Gesù affidava agli apostoli e a tutti i credenti che si sarebbero succeduti il compito di diffondere pace e misericordia agli uomini, che spesso sono assaliti dalle paure e dal rimorso dei peccati commessi.
In questa domenica, dedicata alla Divina Misericordia, ancora di più sentiamo questo Vangelo vicino a noi, che siamo un po’ confusi e ansiosi come gli Apostoli e bisognosi di sentirci incoraggiare e amati così come siamo. Portiamo sempre sulle nostre labbra le parole che santa Faustina Kowalska ci ha insegnato a pronunciare davanti all’immagine della Divina Misericordia: “Gesù, confido in Te”.
don Sergio
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Opera: Caravaggio, Incredulità di San Tommaso – 1600/1601 – Olio su tela – Bildergalerie, Potsdam (Germania)