Il tempo di Avvento, quest’anno, è molto strano con questa pandemia che sembra non lasciarci e, subdolamente, continua ad insidiare la vita di tutto il mondo. Ma anche il Natale sarà diverso nei modi, però non certamente nel contenuto, perché l’incontro con Gesù, che ci viene a visitare, è sempre lo stesso e fortemente necessario. Stiamo sperimentando, qui a Luino, il disagio e la paura derivanti dal virus minaccioso, che ha contagiato e continua a contagiare tante persone e inoltre ha tolto la vita a diversi nostri concittadini.
Vieni, Signore Gesù! È l’invocazione che accompagna questo tempo di Avvento, certi che Egli ci ha già visitato, ma con in cuore il desiderio che Egli continui a venirci incontro fino a quando verrà nella gloria, alla fine dei tempi. Nella fedeltà al suo amore Dio continua a mandare suo Figlio Gesù, nella Chiesa e nei sacramenti, perché non manchi ad alcuno la gioia di una Presenza confortante e rassicurante nel cammino della nostra vita.
Suo Figlio, infatti è l’Emmanuele, il Dio-con-noi. Se solo comprendessimo la forza di questo dono divino non ci scoraggeremmo mai e avremmo sempre il motivo di vivere il presente con tenacia e di guardare al futuro con grande speranza.
La liturgia di questa domenica ci presenta l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, su un puledro, tra la folla osannante: “Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”. È il canto di gioia di un popolo che attendeva il Messia, che sperava in Lui. È il canto di gioia che cantiamo noi, in ogni Santa Messa, perché ci sentiamo amati e invitati da Gesù ad incontrarci con Lui e con il suo Sacrificio redentore rinnovato nel tempo.
Tale incontro, però, va preparato per gustarne la dolcezza e la ricchezza, così da non sprecare nulla di quanto Egli ci vuole comunicare. A Gerusalemme, Gesù era andato per offrire tutto se stesso al Padre in sacrificio per la salvezza degli uomini di tutti i tempi e, quindi, anche del nostro, carico di paure e di contraddizioni. Di fronte ad un mondo che invoca la venuta del Signore, Egli si fa Presenza che precede ogni richiesta.
Egli è già alla porta del nostro cuore come lo è stato a quella di Gerusalemme, per entrarvi portatore di amore e di pace. Sta a noi accoglierlo con i dovuti modi, degni del Dio della nostra vita e della nostra storia. S. Paolo, scrivendo ai Tessalonicesi, nella seconda lettura di questa domenica, li esorta a “rendere saldi i loro cuori e irreprensibili nella santità per la venuta del Signore Gesù con tutti i santi”.
Ciò comporta il perseverare nel cammino di conversione che l’Avvento ci domanda, aiutati da Maria Immacolata, che, con il suo esempio, ci stimola sulle vie del bene e della Grazia. A Lei rivolgiamo la nostra supplica per potere raggiungere quel grado di santità necessario per riconoscere i segni della venuta di Gesù, mentre ci accompagna sulle vie della nostra anima e in quei percorsi che il nostro cuore compie, anche se spesso, tortuosi e pieni di insidie. Maria Immacolata si presenta a noi nello stupore di un dono che l’ha raggiunta sin dal grembo materno e che può diventare anche nostro nella misura in cui ci abbandoniamo alla grazia del Signore che sovrabbonda in chi crede e spera in Lui in uno spirito di umiltà e di riconoscimento della sua grandezza.
Con il salmo potremmo affermare così: “Il Signore ama il suo popolo, incorona gli umili di vittoria”. Non è stato così anche con Maria? Il suo “Magnificat” lo esprime chiaramente: “Il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua Serva”. Noi non potremmo essere diversamente, in quanto, riconoscendoci creature di Dio capiamo che da Lui solo possiamo trarre i benefici maggiori per le nostre anime e per quelle a cui ci teniamo maggiormente. Sia Maria la nostra guida sicura verso Gesù.
don Sergio
Per consultare o scaricare l’ultimo numero dell’ informatore Oltre l’apparenza, cliccare qui.
Opera: Giovanni Battista Tiepolo, L’Immacolata Concezione – 1767/1768 – Olio su tela – Museo del Prado, Madrid.