In questo tempo dopo Pentecoste siamo accompagnati dalla liturgia della Parola domenicale a scoprire il valore del nostro essere Chiesa e lo stile con cui vivere dentro di essa. Ogni anno questo avviene durante il periodo estivo, che chiude un anno pastorale e prepara ad affrontarne uno nuovo, aiutandoci a crescere dentro la Chiesa come membra vive, dove ciascuno ha un proprio posto utile a tutti.
Stiamo venendo fuori da un periodo in cui, a causa del Covid19, abbiamo rallentato molto le attività della nostra comunità pastorale e di conseguenza anche delle nostre singole parrocchie. Abbiamo ripreso a celebrare la S. Messa, con le regole del distanziamento e della sanificazione; qualche battesimo lo stiamo amministrando, così come qualche matrimonio; i funerali vengono celebrati restando dentro le norme; siamo in attesa di decidere circa le date delle Prime Comunioni, tenendo presenti il numero dei partecipanti; le date delle Cresime restano quelle stabilite; cerchiamo di mantenere le date delle Feste particolari delle singole parrocchie ma sempre con l’attenzione a non creare assembramenti e a seguire le prescrizioni sanitarie.
Una bella soddisfazione è stata la possibilità di realizzare l’oratorio feriale, anche se con numeri di presenze inferiori agli altri anni, per i motivi ben conosciuti e di questo dobbiamo ringraziare don Massimiliano e tutti i suoi collaboratori, che hanno saputo affrontare la situazione con serietà e professionalità.
Ora è necessario cominciare a pensare al nuovo anno pastorale: il nostro Arcivescovo ci ha consegnato la sua lettera pastorale, che ha per titolo “Infonda Dio sapienza nel cuore” e per sottotitolo “Si può evitare di essere stolti”, attraverso la quale ci invita a leggere con sapienza il tempo drammatico vissuto e a coglierne insegnamenti per il presente e il futuro, così infatti scrive: “Diverse voci mi hanno invitato a propiziare l’ascolto delle domande che la tragedia ha suscitato in molti. Credo che sia un’indicazione preziosa. Propongo pertanto che la ripresa delle attività pastorali nell’autunno 2020 sia prima che un tempo di programmazione un esercizio di interpretazione e di discernimento” (pag. 17).
Avremo modo di affrontare la lettura di questa Lettera, ma intanto ciascuno pensi a come può essere utile per ridare slancio alla vita cristiana comunitaria, così da dare ciascuno ciò che è e ciò che ha.
La prima lettura di questa domenica ci presenta il re Salomone all’inizio del suo Regno, ricevuto dal padre, il re Davide. Egli umilmente si rivolge a Dio nella preghiera, riconoscendo che ciò che gli è stato affidato è qualcosa di grande, sproporzionato rispetto alle sue forze e capacità, per cui chiede la grazia divina, indispensabili per guidare il suo popolo. Il Vangelo invece presenta l’episodio in cui Gesù ammira la generosità di una vedova, che offre nel tempio di Gerusalemme due monetine, tutto ciò che possedeva, a differenza dei ricchi che invece offrono il superfluo.
Partendo da questi due brani della Parola di Dio possiamo cogliere il modo con cui vivere la nostra presenza dentro la Chiesa: umiltà che confida in Dio e generosità gratuita. Ci aiuti Maria, in questi giorni di preparazione alla festa dell’Assunta, a meditare e a riflettere.
don Sergio
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Opera: Francois Joseph Navez, L’obolo della vedova – 1840 – Olio su tela – Collezione privata