L ’esperienza di questi ultimi mesi ci ha interrogato parecchio sulla nostra vita e sul mistero di un mondo che continuamente chiede di essere esplorato anche nelle sue piccole particelle, come possono essere quelle di un virus sconosciuto, ma potente fino al punto da sconvolgere l’esistenza della maggior parte dei popoli della terra.
Inoltre l’estate, che inizia proprio questa domenica, è tempo favorevole per gite e vacanze, che ci aiutano ad apprezzare e a gustare la bellezza del creato e nello stesso tempo a riconoscere che tutto ciò che ci circonda non è opera nostra, ma di Dio che l’ha pensata e creata.
La prima lettura della liturgia di questa domenica, tratta dal Libro della Genesi, ci presenta l’uomo come il vertice della creazione, al quale Dio affida la custodia e la cura di tutto il creato, avvertendolo di non mangiare dell’albero della conoscenza del bene e del male. Sappiamo come è andata a finire e cioè che l’uomo e la donna, creati con l’alito di vita, non hanno creduto alla parola di Dio, così che l’orgoglio è diventato per loro un motivo di morte. Questa vicenda biblica è importante anche per noi, che spesso siamo tentati di fare di testa nostra, di non riconoscere la sovranità di Dio, presumendo di bastare a noi stessi, senza fare riferimento a Colui che ha in mano le sorti del mondo e della storia.
In questa nostra società secolarizzata sta avanzando la cultura atea e agnostica, con organizzazioni associative atte a combattere ogni religione e in modo particolare la religione Cattolica. Quello che mi sembra contraddittorio è il fatto che coloro che invocano la libertà di pensiero poi spesso ostacolano con tutti i mezzi l’agire della Chiesa. Ma questo non ci deve preoccupare più di tanto, avendo la certezza che “Dio non ha mandato il suo Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui” (Gv 3,17).
Compito della Chiesa è, dunque, annunciare la salvezza, così come hanno fatto gli apostoli e i loro successori fino ad oggi. L’esempio dei Santi Pietro e Paolo, di cui faremo memoria alla fine di questo mese, ci manifesta come la fede testimoniata fino al martirio è capace di cambiare i cuori e di condurli al Dio della vita.
Credo siamo tutti incantati da quel che Papa Francesco ci sta mostrando col suo esempio di vero testimone del Vangelo, la parola chiara e diretta, lo stile pastorale semplice e coinvolgente, l’umanità calda e paterna che non perde occasione di mostrare, ricevendone in cambio un’ondata globale di gratitudine e affetto. Davvero Papa Francesco è un chiaro segno del vento dello Spirito che soffia nuovo sulla Chiesa e sul mondo, chiedendo a ciascuno di noi di metterci al suo fianco nel suo donarsi a tutti, reso tangibile da molti interventi in Italia e nel mondo per soccorrere i poveri, senza tetto, persone in difficoltà, anziani soli, immigrati, insieme a situazioni di crisi e di sofferenza umana. L’attenzione del Papa nei confronti del Creato è una chiara incarnazione della responsabilità che Dio ha dato ad ogni uomo affidandoci sin dall’inizio quello che Lui aveva pensato con intelligenza ed amore.
don Sergio
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Quadro: Johann Wenzel Peter – Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre – Olio su tela – Pinacoteca Vaticana, Città del Vaticano