Con la Pentecoste Dio si è rivelato nella pienezza della sua essenza, che è Unità e Trinità, anche se questa rivelazione si è realizzata in tutta la storia della salvezza, nei molteplici modi in cui Dio si è fatto presente al suo popolo Israele.
Nella sua vita pubblica Gesù non ha fatto altro che esplicitare il volto di Dio presentandolo nel suo essere Padre in comunione con Lui Figlio e nell’amore dello Spirito Santo. Ma la cosa meravigliosa è che nell’Antico Testamento e ancora di più nel Nuovo ci rendiamo conto che Padre, Figlio e Spirito Santo agiscono in una armonia splendida, perfetta, dove ciascuno ha un ruolo ben preciso, al di fuori di ogni invidia, gelosia, superbia, presunzione. Dio è davvero la perfezione dell’unità di intenti, che rende la Trinità divina una cosa sola.
Forse il mio scrivere è un po’ semplicistico, eppure credo che Dio nel suo Mistero si è manifestato affinché noi potessimo imparare a comprenderlo a poco a poco per gustarne la bellezza e l’esemplarità, così che possiamo capire chi realmente siamo.
La Sacra Scrittura ci dice che noi siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio; ciò significa che se vogliamo comprendere meglio chi siamo dobbiamo imparare a penetrare il Mistero di Dio, così come si è manifestato e qui lo stupore è grande. Infatti se Dio è relazione di Persone, noi siamo chiamati a riconoscere nell’altro/a un essere indispensabile per la nostra esistenza personale, con cui instaurare rapporti di fiducia e di amore autentico.
Potrebbe sembrare utopia e invece, o entriamo in questa logica dell’amore, dove il rispetto dell’altro e del suo ruolo specifico è fondamentale, oppure richiamo di rimanere arroccati sulle nostre posizioni di difesa o offesa nei confronti di chiunque ci stia vicino. Ciò vale in ogni ambito della vita umana, cominciando dalla diversità e complementarietà dell’uomo e della donna: “A immagine e somiglianza sua Dio li creò maschio e femmina”.
Più entriamo nella conoscenza e nella comunione con Dio, più sentiamo la necessità di confrontare i nostri sentimenti e i nostri stili di vita con quelli di Colui che ci ha creati e che ci è venuto incontro per esprimere al meglio la nostra identità, senza soccombere allo smarrimento e alla sfiducia in noi stessi e negli altri.
Quest’anno non riusciremo a fare la processione del Corpus Domini, ma invito ad approfittare dei momenti di adorazione proposti settimanalmente, o a trovare un po’ di tempo per stare davanti al tabernacolo delle nostre chiese per fermarsi a contemplare il mistero dell’amore di Gesù che vuole essere presente nell’Eucaristia.
don Sergio
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Quadro: Raffaello – Disputa del Sacramento – 1509 – affresco – Stanza della Segnatura, Città del Vaticano