Carità concreta

Anche questa domenica due parrocchie della nostra Comunità Pastorale hanno la messa di Prima Comunione dei loro bambini e tutti noi siamo contenti perché l’amore di Gesù li raggiunge e li avvolge con il sacramento dell’Eucaristia, che è mistero di Comunione.

In questo tempo pasquale, la liturgia ci indica spesso la Comunità di Gerusalemme come esempio di attuazione del Vangelo di Gesù, dove il primato della carità diventa ideale di vita. Anche questa domenica siamo sollecitati dalle parole di Gesù a verificare il nostro essere suoi discepoli: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35).
Nell’amore reciproco si gioca la nostra testimonianza cristiana, ma mi rendo conto che ciò che chiede Gesù è davvero una cosa difficile perché l’amore è qualcosa di tanto concreto e prende dentro tutte le sfere del nostro esistere quotidiano, fatto di pensieri, di parole, di gesti, di relazioni, di carattere. L’amore indicato da Gesù esige il superamento del nostro io per dare spazio all’altro e tutto questo vissuto reciprocamente. E quando non c’è tale reciprocità? Gesù chiede ugualmente di amare, perché la carità sta al di sopra di tutto.
Certamente, tra cristiani il volersi bene gli uni gli altri, è la testimonianza più grande che possiamo dare del nostro avere compreso la lezione di Gesù e ciò coinvolge tutti: laici, sacerdoti, religiosi/e, consacrati/e. A questo, comunque, ci si educa, attraverso l’ascolto della Parola di Dio e la familiarità con Gesù, su cui abbiamo già riflettuto la scorsa domenica.

Certamente la carità di una comunità cristiana non può ridursi solo ai propri membri, ma deve allargarsi ad uno sguardo più ampio, che supera i confini dei “nostri” per raggiungere, per quanto è possibile ogni persona bisognosa. Ho notato in questi anni come la generosità dei fedeli luinesi è molto grande, specialmente quando c’è una richiesta di offerte straordinarie per bisogni che vanno al di là dei confini delle nostre Parrocchie e ciò è ammirevole. È importante però che tale generosità non sia solo filantropia, bensì concreta attuazione del comando di Gesù, che trova in Lui la sorgente viva dell’amore, alla quale tutti siamo chiamati ad attingere, educando in modo particolare i giovani a fare altrettanto.

La Madonna ci aiuti a prendere sul serio il comandamento di Gesù, facendo della nostra Comunità cristiana un esempio concreto di amore fraterno.

don Sergio

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