Il cammino quaresimale, accompagnati dall’icona della Trasfigurazione, è concluso. L’esperienza straordinaria vissuta da Pietro, Giacomo e Giovanni sul monte Tabor, trova comprensione nella Pasqua di Gesù e nei diversi incontri con Lui risorto, che diventa per loro la forza di un annuncio ancora oggi più che mai necessario.
L’annuncio pasquale, infatti, è sempre carico di tanta gioia, perché realizza un sogno dell’uomo di ogni tempo. Il peccato è vinto, la morte non è l’ultima parola per l’uomo e la speranza diventa la compagna di viaggio per chi crede in Gesù risorto.
Nel nostro mondo, colmo di incertezze e di contraddizioni, la certezza della presenza costante di Gesù è indispensabile. Egli non ha abbandonato i suoi, si è presentato dopo la sua morte e risurrezione in una dimensione nuova e definitiva.
Risuonano forti le parole dette da Lui apparendo, trasfigurato, ai due discepoli di Emmaus: “Stolti e tardi di cuore nel credere alle parole dei profeti”. Già tutto era stato scritto su di lui, Egli ha realizzato le Scritture, portando a termine il disegno d’amore del Padre per l’umanità, che vuole redenta e salva.
Ma altrettanto forti e care sono le parole con le quali saluta i suoi discepoli la sera di Pasqua, mentre sono riuniti nel Cenacolo: “Pace a voi”. È un saluto rassicurante, capace di sollevare gli animi turbati e paurosi anche degli uomini e delle donne di oggi. “Pace a voi”, chi non vorrebbe sentirselo dire?
Gesù, non solo augura la pace, ma si fa Egli stesso strumento di pace con la sua presenza, con il suo corpo e sangue donati in ogni Eucaristia, ogni domenica, che è la sua Pasqua.
È proprio dall’evento della risurrezione che nasce e trova il suo significato profondo ogni domenica. Non ci sarebbe vera festa senza il Signore Gesù, ne mancherebbe la fonte principale, ma Lui c’è ed è presente più che mai perché la nostra gioia sia piena. Anzi, proprio perché a nessuno manchi la gioia della sua presenza chiede a ciascuno di noi di farci testimoni presso chi questa gioia non ha.
L’annuncio pasquale è il grande dono che noi possiamo portare ai nostri contemporanei, assetati e affamati di senso e di risposte di fronte agli interrogativi che riguardano le “cose ultime”, la “vita eterna”.
Io sono convinto che c’è una grande esigenza da parte di molti di trovare luce nel buio dell’angoscia e del vuoto che attanagliano il cuore umano. Manca spesso il coraggio di fermarsi affrontando con libertà e lealtà la ricerca della verità. La paura di abbandonare le pseudo certezze frena tale ricerca e lascia in un’angoscia e in un buio ancora più profondi.
Facciamoci portatori dell’alleluia cristiano, che non è frutto di illusione, ma di una presenza viva: Gesù risorto, che cammina nella Chiesa e nel mondo per non lasciarci soli e per essere luce che guida il cammino di ciascuno verso una meta. Con Lui non siamo raminghi, ma viandanti sicuri della strada che percorriamo, perché è Lui che ce la indica.
Alleluia, con Gesù abbiamo la certezza della vita.
Buona Pasqua.
don Sergio, i sacerdoti, il diacono Gabriele