I tempi liturgici permettono di scoprire questa amorevolezza, alla quale noi possiamo corrispondere con tutto noi stessi.
Dopo la domenica della “Divina clemenza” eccoci alla domenica “del perdono”, che ci prepara ad introdurci nel cammino quaresimale. Così la liturgia ambrosiana ci educa ad entrare nei tempi forti con la consapevolezza che non si improvvisano le cose importanti e che il Signore ci aspetta per condividere con Lui una storia di salvezza, dono del suo amore per l’umanità.
L’incontro di Gesù con Zaccheo il pubblicano, che il vangelo di questa domenica ci propone, suscita sempre tanta simpatia e, nello stesso tempo, il desiderio di essere anche noi oggetto dell’attenzione di Gesù, il quale ci ama, nonostante le nostre miserie e debolezze, volendoci fare ritrovare la bellezza originaria della nostra anima.
“Devo fermarmi a casa tua”: con queste parole Gesù si rivolge a Zaccheo, quasi a dire una sua esigenza personale di compiere una missione, non ne può fare a meno. Infatti, Gesù è venuto nel mondo per salvare tutti gli uomini dicendo che Dio Padre non è contento se siamo lontani da Lui. Questo agire di Gesù va controcorrente rispetto al modo di pensare comune e ce lo dice anche il Vangelo mostrandoci la reazione di coloro che assistono all’ingresso di Gesù nella casa di Zaccheo: “Vedendo ciò, tutti mormoravano: è entrato in casa di un peccatore”. Il giudizio umano spesso è spietato e non lascia spazio al ravvedimento di chi sbaglia, non tenendo conto che tutti, chi più chi meno, siamo peccatori.
Il tempo di Quaresima, che inizieremo la prossima domenica, è un invito a guardarci dentro, a riconoscere una salvezza che ci raggiunge, nel segno di un amore grande, quello di Gesù, significato nella sua Passione e Croce, il cui frutto è grazia anche per noi, oggi.
Esorto a prendere visione delle iniziative proposte per la prossima Quaresima per tutti e per le diverse categorie di persone.
don Sergio