La liturgia ambrosiana prevede, nella quarta domenica del tempo di Avvento, la lettura del Vangelo che narra l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, prefigurazione della sua venuta finale nella storia. Durante questo ingresso sulle labbra della folla sono messe le parole di lode, che gli angeli hanno cantato nella Notte Santa della nascita di Gesù: “Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli” (Lc 19,38). È la lode che sgorga da cuori gioiosi per l’incontro con il Figlio di Dio, che ci viene incontro e ci visita nei luoghi comuni del nostro vivere. La gioia emerge proprio dalla considerazione della vicinanza di Dio e dal suo amore misericordioso, che ci raggiunge nelle diverse situazioni della nostra esistenza, riempiendoci di consolazione e di speranza.
Questa è la forza travolgente del mistero dell’Incarnazione: Dio che è sempre stato fedele al suo popolo, con una presenza costante accertata da segni tangibili – il profeta Isaia nella prima lettura di questa domenica parla di “nube di fumo di giorno e di fuoco fiammeggiante di notte” (Is 4,5) – con il suo Figlio Gesù ha reso tale presenza un autentico atto d’amore, che continua nel tempo. Di che cosa dobbiamo avere, dunque, paura, se Dio è con noi e non vuole lasciarci per nessun motivo, perché altrimenti non sarebbe Dio?
Alta si deve alzare la lode, così che la sentano tutti gli uomini da porsi la domanda sul perché di tanta lode. Il Natale cristiano è carico di canti, di gioia e di luce perché celebra la venuta di Dio sulla terra e l’incontro inaudito tra Dio e l’umanità.
Il motivo della festa è Gesù e non ce n’è altri, anche se ci sono quelli che lo vogliono trasformare in una festa laica, che però non incide sulla vita, diventando una festa tra le tante, cercando di nascondere il protagonista vero della festa, che è proprio Gesù. Ma noi cristiani dobbiamo riaffermare l’avvenimento che ha cambiato la storia e che nessuna ideologia potrà mai oscurare pienamente, nonostante i diversi tentativi attuati nei secoli. Cadono le ideologie e le mode, ma ciò che resta è la Verità, che è una persona e che ha un nome, Gesù. Egli è il “Dio con noi” e nessuno lo può fermare nella sua volontà di amare l’umanità, per la quale si è incarnato, è
morto ed è risorto.
Se nemmeno la morte ha potuto sconfiggerlo e annientarlo, potranno degli uomini frenare la sua presenza e il suo amore redentore?
Gesù non è una moda, Egli è la vita; Egli è il senso della vita per ogni uomo e per questo resta sempre come il Messia atteso, poiché è il solo in grado di soddisfare la sua sete di felicità.
Molte filosofie hanno tentato di indicare la strada da percorrere per impedire all’uomo di camminare a tentoni, ma sono solo il pensiero umano. Unica, invece è la Via che porta alla pienezza, e questa è una persona e ha un nome, Gesù. Egli è la Via, la Verità, la Vita. che gli angeli hanno cantato nella Notte Santa. Ora siamo noi che ne continuiamo il canto, perché lo abbiamo incontrato e ci siamo resi conto, che senza di Lui tutto è privo di senso.
don Sergio