Siamo popolo di Dio che cammina insieme

La vita terrena di Gesù non è stata semplice, in quanto ha dovuto continuamente subire riprovazioni e giudizi da parte di coloro che credevano di avere in tasca la verità e, pur aspettando il Messia, non lo hanno riconosciuto in Lui.
Anche il brano del Vangelo di questa domenica è inserito in una specie di processo intentato dai Giudei contro Gesù, accusato di avere violato la Legge di Mosè, poiché aveva guarito di sabato un uomo da trentotto anni infermo. Il pregiudizio e l’ottusità degli accusatori non permettono loro di comprendere le parole di Gesù, il quale cerca di spiegare che ciò che Egli compie e dice, è in nome di Qualcuno che lo ha mandato, il Padre celeste.
Gesù chiama a testimoni Giovanni il battista, le opere che egli stesso compie e la Sacra Scrittura, che ha sempre parlato di Lui e della sua venuta.
Ma niente riesce a scalfire chi ha il cuore duro e non vuole assolutamente comprendere per partito preso. Ciò che è accaduto a Gesù continua nel nostro tempo con violenza, a volte inaudita, in molti luoghi dove ci sono i cristiani che cercano di portare avanti l’opera del Maestro. Persecuzioni, attentati, arresti e perfino uccisioni; eppure, proprio dove succedono queste cose la Chiesa è presente portando i principi dell’amore, della giustizia, della libertà e della pace proclamati da Gesù!
Ci sono poi degli attacchi incomprensibili che mirano all’onore e alla dignità della persona per suscitare confusione e instabilità all’interno della Chiesa e della società stessa. Gesù ci insegna, comunque, una cosa ed è la forza che nasce dalla convinzione che il bene alla fine emergerà e, come dice un famoso detto: “la farina del diavolo va in crusca”.
Con l’8 settembre iniziano le attività pastorali, perciò vi invito a vivere sempre meglio i nostri impegni dentro le nostre parrocchie, con lo stile del servizio, che nasce dall’ascolto della Parola di Dio chiara ed efficace per chi la sa mettere in pratica. Il processo, dunque, continua e continuerà, perché così è stato sempre nella storia del cristianesimo e qualche volta può succedere anche nelle nostre parrocchie, nei posti di lavoro, a scuola, nella vita
sociale e politica, luoghi in cui il cristiano è chiamato a dare testimonianza. Gesù è andato avanti sino alla fine, sapendo che la sua missione gli veniva dal Padre e
Questi non lo avrebbe abbandonato. Come dice il nostro Arcivescovo nella sua lettera pastorale, noi siamo un popolo in cammino verso la Gerusalemme celeste.
Cerchiamo, così, di camminare insieme, nella lode del Signore.
Non dobbiamo permettere che il clima di rivalità, di sfiducia, di invidia e di gelosia, che serpeggia spesso nella vita sociale, invada i nostri ambienti. Non è ciò che vuole il Signore dai suoi discepoli, ai quali Egli comanda, invece, stima reciproca e, se fosse il caso, capacità di correzione fraterna, senza suscitare scandali.
Con un gruppo di persone sarò dal 10 al 15 settembre in pellegrinaggio a Santiago e Fatima. Pregheremo per la nostra comunità Pastorale e per le intenzioni di ciascuno
ringraziando, in modo particolare la Vergine Maria, che con il segno della statua pellegrina, ci ha fatto visita lo scorso anno, suscitando sentimenti ed emozioni indescrivibili. Solo il Signore conosce i cammini spirituali di ciascuno, a noi tocca valorizzarli e farli crescere.

don Sergio

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