Per la liturgia ambrosiana è talmente importante il tempo di Quaresima che chiede di prepararlo con due domeniche speciali: quella della “divina clemenza” e quella del “perdono”.
Questa domenica celebriamo la prima, con una pagina di Vangelo sconvolgente, perché carica di misericordia, ma anche di domande per chi crede di essere pienamente nel giusto e di potere giudicare e condannare in modo spietato, senza dare una chance di cambiamento a chi ha sbagliato.
Di fronte ad una donna adultera, che la legge ebraica riteneva punibile con la lapidazione, Gesù fa una domanda a coloro che la volevano condannare: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”, ad uno ad uno se ne andarono tutti. Poi si rivolge alla donna dicendole: “Neanch’io ti condanno; va ed ora in poi non peccare più”. Nelle parole di Gesù c’è una carica di perdono forte, ma anche di incoraggiamento a non perseverare nel male, cercando le vie del bene, che sono realmente possibili.
Mi sembra che questa pagina di Vangelo sia un insegnamento per tutti: sia per coloro che si ritengono giusti e sono pronti a condannare, ma anche per coloro che davvero sono rei per il male commesso e che, però, possono redimersi. La clemenza di Gesù è valida in ogni situazione della vita e nelle diverse relazioni che viviamo sia familiari che amicali e sociali. Permetterebbe di evitare giudizi spietati che suscitano divisioni e rotture di rapporti, emarginando e isolando chi magari ha compiuto del male senza dare possibilità di redenzione.
Spesso rimaniamo scandalizzati da estremismi culturali o religiosi che reprimono la libertà delle donne o le condannano con disprezzo, fino all’arresto o all’uccisione, ma ci sono anche dei modi di trattare le persone che diventano accuse e ferite morali crudeli. Un po’ più di bontà non farebbe male a nessuno e tutti noi ce lo auguriamo mentre vediamo il nostro mondo segnato da guerre e da calamità naturali (vedi terremoto in Turchia e Siria), che distruggono case e fanno morire tantissime persone. Non è buonismo, bensì capacità e volontà di riconoscere la dignità umana, che ogni persona porta dentro di sé per fare crescere la nuova umanità, favorita dall’incarnazione di Gesù e dall’inizio del Regno di Dio annunciato dalla sua predicazione e dai segni da Lui compiuti.
La Madonna di Lourdes sostenga il nostro desiderio di bene e ci renda clementi nelle nostre relazioni quotidiane.
don Sergio
Per consultare o scaricare l’ultimo numero dell’informatore Oltre l’apparenza, cliccare qui.
Opera: Cristo e l’adultera – Tiziano – tempera su tela – 1512/15 – Kunsthistorisches Museum, Vienna