Una chance che riabilita

Per la liturgia ambrosiana è talmente importante il tempo di Quaresima che chiede di prepararlo con due  domeniche speciali: quella della “divina clemenza” e quella del “perdono”.

Questa domenica celebriamo la prima, con una pagina di Vangelo sconvolgente, perché carica di misericordia, ma anche di domande per chi crede di essere pienamente nel giusto e di potere giudicare e condannare in modo spietato, senza dare una chance di cambiamento a chi ha sbagliato.

Di fronte ad una donna adultera, che la legge ebraica riteneva punibile con la lapidazione, Gesù fa una domanda a coloro che la volevano condannare: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”, ad uno ad uno se ne andarono tutti. Poi si rivolge alla donna dicendole: “Neanch’io ti condanno; va ed ora in poi non peccare più”. Nelle parole di Gesù c’è una carica di perdono forte, ma anche di incoraggiamento a non perseverare nel male, cercando le vie del bene, che sono realmente possibili.

Mi sembra che questa pagina di Vangelo sia un insegnamento per tutti: sia per coloro che si ritengono giusti e sono pronti a condannare, ma anche per coloro che davvero sono rei per il male commesso e che, però, possono redimersi. La clemenza di Gesù è valida in ogni situazione della vita e nelle diverse relazioni che viviamo sia familiari che amicali e sociali. Permetterebbe di evitare giudizi spietati che suscitano divisioni e rotture di rapporti, emarginando e isolando chi magari ha compiuto del male senza dare possibilità di redenzione.

Spesso rimaniamo scandalizzati da estremismi culturali o religiosi che reprimono la libertà delle donne o le condannano con disprezzo, fino all’arresto o all’uccisione, ma ci sono anche dei modi di trattare le persone che diventano accuse e ferite morali crudeli. Un po’ più di bontà non farebbe male a nessuno e tutti noi ce lo auguriamo mentre vediamo il nostro mondo segnato da guerre e da calamità naturali (vedi terremoto in Turchia e Siria), che distruggono case e fanno morire tantissime persone. Non è buonismo, bensì capacità e volontà di riconoscere la dignità umana, che ogni persona porta dentro di sé per fare crescere la nuova umanità, favorita dall’incarnazione di Gesù e dall’inizio del Regno di Dio annunciato dalla sua predicazione e dai segni da Lui compiuti.

La Madonna di Lourdes sostenga il nostro desiderio di bene e ci renda clementi nelle nostre relazioni quotidiane.

don Sergio

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Opera: Cristo e l’adultera – Tiziano – tempera su tela – 1512/15 – Kunsthistorisches Museum, Vienna

Appuntamenti 7 – 18 febbraio 2023

MARTEDÌ 7/2

Alle ore 20.45 in oratorio si riunisce il Consiglio Pastorale e tutti coloro che sono interessati a collaborare nella Missione popolare, per un momento di formazione tenuto dai frati francescani.

SABATO 11/2

  • Dalle ore 15.00 alle ore 17.50 in Prepositurale (Luino) verrà esposta l’Eucaristia per l’adorazione personale.
  • Presso la chiesa parrocchiale di Creva, alle 10.30, preceduta alle 10.00 dalla recita del S. Rosario, sarà celebrata la S. Messa per i malati nella festa della Madonna di Lourdes. Durante la celebrazione verrà amministrato il sacramento dell’unzione dei malati.

DOMENICA 12/2

In occasione della festa patronale della parrocchia di Creva, alle 10.00 S. Messa solenne in parrocchia e alle 15.00 momento di preghiera in chiesa e processione per le vie del paese accompagnati dal Corpo Musicale S. Cecilia di Germignaga.

SABATO 18/2

  • Dalle ore 15.00 alle ore 17.50 in Prepositurale (Luino) verrà esposta l’Eucaristia per l’adorazione personale.
  • Alle 10.15 presso il salone Pio XII in Casa Parrocchiale a Luino, gli amici del Liceo e la Comunità Pastorale Madonna del Carmine invitano alla presentazione del libro di Matteo Matuzzi “Atlante geopolitico del cattolicesimo”. Interverrà l’autore stesso, caporedattore e vaticanista de “Il Foglio”.

La morte non è mai una soluzione

Celebriamo questa domenica la 45^ Giornata Nazionale per la Vita, voluta dai nostri Vescovi per offrire una fonte di speranza di fronte al dilagare della cultura dello scarto presente nella nostra società.

“Promuovere la cultura della Vita diventa necessario in modo particolare per tre categorie di persone, scrivono i Vescovi nel loro messaggio: la donna con suo figlio in grembo, il malato o l’anziano che affronta difficoltà di fronte alla malattia, i migranti che scappano dalla guerra. Per tutte queste realtà la tentazione è quella di percorre le vie più semplici e immediate per risolverle eliminando le persone concepite, malate, sofferenti, in fuga dalla fame, dalla guerra e dalla miseria”.

Scegliere la morte non è mai una soluzione, bensì è cadere nella trappola del buio del cuore, perché noi siamo fatti per vivere, per gustare la vita, per aiutarci gli uni gli altri, in una logica di amore reciproco, come ci ha insegnato Gesù.

La pagina del Vangelo di oggi, ci parla di un padre che non si rassegna alla possibile morte del figlio, per questo, sapendo che nel paese vicino era arrivato Gesù va a chiamarlo perché guarisca il figlio malato. Quell’uomo crede a Gesù, che gli dice: “Va’, tuo figlio è guarito”. Di fronte a ciò che può sembrare impossibile, quell’uomo crede, non perde la speranza, fa di tutto per trovare la vita.

“Il Signore crocifisso e risorto – scrivono ancora i Vescovi – ci indica la strada del dare non la morte ma la vita, generare e servire sempre la vita. Ci mostra come sia possibile coglierne il senso e il valore anche quando la sperimentiamo fragile, minacciata e faticosa. Ci aiuta ad accogliere la drammatica prepotenza della malattia e il lento venire della morte, schiudendo il mistero dell’origine e della fine. Ci insegna a condividere le stagioni difficili della sofferenza, della malattia devastante, delle gravidanze che mettono a soqquadro progetti ed equilibri… offrendo relazioni intrise di amore, rispetto, vicinanza, dialogo e servizio. Ci guida a lasciarsi sfidare dalla voglia di vivere dei bambini, dei disabili, degli anziani, dei malati, dei migranti e di tanti uomini e donne che chiedono soprattutto rispetto, dignità e accoglienza. Ci esorta a educare le nuove generazioni alla gratitudine per la vita ricevuta e all’impegno di custodirla con cura, in sé e negli altri. Ci muove a rallegrarci per i tanti uomini e donne, credenti di tutte le fedi e non credenti, che affrontano i problemi producendo vita, a volte pagando duramente di persona il loro impegno; in tutti costoro riconosciamo infatti l’azione misteriosa e vivificante dello Spirito, che rende le creature “portatrici di salvezza”. A queste persone e alle tante organizzazioni schierate su diversi fronti a difesa della vita va la nostra riconoscenza e il nostro incoraggiamento”.

Con questo spirito ci prepariamo a vivere anche la Giornata del malato il prossimo 11 febbraio e intanto ci affidiamo a S. Biagio, vescovo e martire, compatrono di Voldomino, per avere l’attenzione umana e cristiana vera nei confronti di coloro che soffrono nel corpo e nello spirito.

don Sergio

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Opera: Gesù e il centurione – Paolo Veronese – olio su tela – 1571 – Museo del Prado, Madrid

La bellezza dell’essere famiglia

In occasione della Festa della Famiglia, che celebriamo questa domenica, il nostro Arcivescovo ha mandato un videomessaggio alla diocesi, visibile sul sito della Chiesa di Milano, nel quale è raccolto un interrogativo che fa da filo conduttore: «Voi, famiglie, avete qualche cosa da dire alla Chiesa e alla società?». Un interrogativo che ha una risposta affermativa: «Abbiamo da annunciare la gioia della bellezza di essere famiglie».

Questo perché le famiglie conoscono «il segreto» della gioia e lo sperimentano: «Io provo gioia perché mi dedico alla tua gioia», è quanto si dicono reciprocamente i componenti di una famiglia. Una gioia, continua monsignor Delpini, che consiste nel «seminare gioia nel cuore delle persone amate».

Dalla testimonianza e dall’esempio della famiglia – «luogo in cui la vita nasce» – si ricava anche il senso autentico della vita: «Amare ed essere amati». Sottolinea l’Arcivescovo: «Nessuno può nascere senza un amore che lo genera e vivere senza fare della sua vita un dono». Ma «le ferite, le sofferenze, le mortificazioni, le frustrazioni?». Possono trovare «una via di guarigione» se incontrano «quella parola del Vangelo che dice “perdona, guarda, riconosci, aspetta…”». Allora la bellezza della famiglia è anche quella di essere «un luogo di perdono, in cui la speranza non può morire e la responsabilità che uno si assume non può essere dimessa per esasperazione. La Chiesa desidera accogliere il messaggio delle famiglie – assicura monsignor Delpini –, ma si impegna anche ad annunciare la bellezza di essere famiglia».

L’intervento del Vescovo Mario è di grande respiro e di grande fiducia per tutte le famiglie che vivono l’esperienza della gioia, ma anche per quelle che sono in difficoltà, facendone scoprire la bellezza, il senso e la guarigione.

In un tempo in cui viene messa in dubbio la bellezza dell’istituzione familiare abbiamo bisogno di riscoprirne il valore a partire dalla Parola di Dio che ci parla di comprensione, di perdono, di gioia, come elementi essenziali dell’amore. La testimonianza di umanità e di fede della Santa Famiglia di Nazaret è l’icona a cui ogni famiglia può attingere per ridare slancio e rinvigorire gli affetti di ciascun membro nei confronti dell’altro, superando la tentazione diffusa del pessimismo e della sfiducia.

La famiglia, riscoprendo la sua bellezza, può indicare alla società vie autentiche per guardare al futuro con fiducia e può dare ai giovani la speranza di potere realizzare il desiderio di amare e di essere amati.

Il Vangelo di questa domenica, ci riporta l’episodio della presentazione di Gesù al Tempio da parte di Giuseppe e Maria, con la meraviglia e la fede del vecchio Simeone e di Anna, rimasta vedova in giovane età. Questo Vangelo, con il tema di Gesù, luce del mondo, ci prepara alla festa della candelora del 2 febbraio.

Sarà un lume e una preghiera, che porteremo a casa nella messa di domenica, il segno che accompagnerà la festa della Famiglia, per ricordarci che la bellezza dell’amore famigliare può illuminare il buio presente nel nostro mondo. Chiediamo di accendere il lume e di porlo sul davanzale di una finestra di casa domenica sera, mentre alle ore 20.00 suoneranno le campane delle nostre parrocchie in segno di preghiera e di festa per tutte le nostre famiglie.

don Sergio

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Opera: Sacra Famiglia – Juan Simon Gutierrez – olio su tela – 1680

Appuntamenti 27 gennaio – 5 febbraio 2023

VENERDÌ 27/1

La Formazione permanente del clero, la Consulta diocesana per la Chiesa dalle genti e Azione cattolica ambrosiana propongono a laici, consacrati e clero una serie di incontri sul tema «Vide la Grazia di Dio e se ne rallegrò. Racconti e riflessioni per uno stile di Chiesa sinodale e missionaria» e che prevede cinque appuntamenti zonali con la partecipazione dell’Arcivescovo. Questa sera, alle 20.45, Zona II, ci si ritroverà presso il Cineteatro di Azzate (via Acquadro 32): «Come, con chi, verso dove: ci vuole metodo!», racconto del Gruppo Barnaba del Decanato di Luino; riflessione di Mario Antonelli. È possibile partecipare di persona o in streaming sul portale della Chiesa di Milano.

SABATO 28/1

  • Dalle ore 15.00 alle ore 17.50 in Prepositurale (Luino) verrà esposta l’Eucaristia per l’adorazione personale.
  • Alle ore 18.00 al Teatro Sociale, in occasione della Festa della Famiglia, andrà in scena lo spettacolo “Anche i Santi hanno i brufoli” con Giovanni Scifoni. Iscrizioni entro il 27 gennaio presso la segreteria dell’oratorio di Luino (venerdì dalle 18.00 alle 19.00) o presso l’istituto “Maria Ausiliatrice” (tutti i giorni dalle 10.00 alle 11.30 e dalle 15.00 alle 17.00).

DOMENICA 29/1 – Festa della Famiglia

  • SS. Messe secondo l’orario domenicale. Alle ore 10.00 in Prepositurale (Luino), S. Messa Solenne alla quale sono invitate tutte le famiglie. Un invito speciale è rivolto ai genitori dell’Istituto “Maria Ausiliatrice” e agli educatori e catechiste della comunità, per pregare insieme per l’educazione cristiana dei giovani.
  • Alle 12.30 pranzo in oratorio a Creva in occasione della Festa della Famiglia. Prenotarsi entro mercoledì 25 gennaio a Karin (338 695 4778). Contributo 18€ adulti 10€ bambini.
  • Alle 14.45 pomeriggio di giochi all’oratorio di Luino e alle 16.15 merenda per tutti.

MARTEDÌ 31/1

Alle 9.30 S. Messa in Prepositurale (Luino) nella Settimana dell’Educazione e in onore a San Giovanni Bosco, aperta a tutti e con la partecipazione degli educatori e dei ragazzi che frequentano la scuola parrocchiale e delle loro famiglie. Non sarà celebrata la S. Messa delle ore 9.00 al Santuario del Carmine.

MERCOLEDÌ 1/2

Alle ore 18.00, presso la chiesa delle Romite di Agra sarà celebrata la S. Messa nella vigilia della Festa della Presentazione di Gesù al Tempio, con la presenza dei monaci benedettini di Dumenza e dei consacrati e consacrate del Decanato.

GIOVEDÌ 2/2

Durante le SS. Messe saranno benedette le candele nella Festa della Presentazione di Gesù al Tempio o Candelora.

VENERDÌ 3/2 – Memoria di San Biagio

  • Alla fine delle SS. Messe ci sarà il rito della benedizione della gola.
  • Alle 15.00 nella chiesa di San Biagio a Voldomino S. Messa e benedizione del pane e della gola.

SABATO 4/2

Dalle ore 15.00 alle ore 17.50 in Prepositurale (Luino) verrà esposta l’Eucaristia per l’adorazione personale.

DOMENICA 5/2

  • Fuori dalle chiese si venderanno le primule in favore del Centro Aiuto alla Vita.
  • Alle 9.00 al Sacro Cuore (Voldomino) S. Messa con benedizione dei pani e offerta della cera votiva.
  • Alle 11.15 a San Biagio (Voldomino) S. Messa Solenne con accensione del globo in ricordo del Martirio del Santo, benedizione dei pani e offerta della cera votiva.
  • Alle ore 15.30, sempre a San Biagio (Voldomino), celebrazione dei Vesperi in onore di San Biagio seguiti dalla processione per le vie del paese e dalla benedizione della gola. Al termine ci sarà un momento di festa con panettone benedetto e cioccolata calda.

Parola e pane

La liturgia della terza domenica dopo l’Epifania ci propone un altro brano evangelico in cui Gesù manifesta in modo particolare l’amore di Dio per gli uomini: si tratta dell’episodio della moltiplicazione dei pani, rivelatore della sua compassione per l’umanità bisognosa, ma anche della sua capacità di coinvolgere i suoi apostoli in questo gesto carico di carità.

Molti seguivano Gesù ed egli annunciava il regno di Dio, guariva chi aveva bisogno di cure, preparava attraverso molti segni, come quello della moltiplicazione dei pani e dei pesci, il dono del suo corpo e del suo sangue, che si attualizza ancora oggi nell’Eucaristia.

Questa domenica, tutta la Chiesa è invitata a mettere al centro della nostra attenzione la Parola di Dio, così come ha voluto Papa Francesco con la Lettera apostolica del 30 settembre 2019 istituendo la Domenica della Parola di Dio, fissandola – secondo il Calendario liturgico romano – alla III domenica del Tempo ordinario, momento particolarmente adatto «a rafforzare i legami con gli ebrei e a pregare per l’unità dei cristiani».

Lo scopo di questa domenica è quello di promuovere la celebrazione, la riflessione e la divulgazione della Parola di Dio.

«La Chiesa in ascolto è la Chiesa missionaria: proiettata verso il mondo, desiderosa di crescere nella fede, interessata a ogni uomo e donna, attenta soprattutto a quanti abitano loro malgrado le periferie esistenziali», sottolinea monsignor Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei, ricordando che «l’ascolto della Parola di Dio educa il cuore a entrare in relazione profonda con le persone e con gli eventi della storia: Dio parla ancora attraverso le Scritture e la vita concreta». Ecco allora, osserva ancora monsignor Baturi, che «è questa la strada che le nostre Chiese intendono percorrere insieme, nella fedeltà al Vangelo e nel servizio ai fratelli».

Per favorire la conoscenza della Parola di Dio, consegneremo alla fine delle Messe di questa domenica, il testo del Vangelo di Giovanni ad ogni famiglia. Ricordo che il testo degli altri Vangeli l’avevamo già consegnato, prima del Covid, proprio in occasione di questa domenica.

Mi preme fare presente che stiamo vivendo in questi giorni la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, con il tema: “Imparate a fare il bene; cercate la giustizia” (Is 1,17). È un ammonimento che riceviamo, da comprendere anzitutto nel contesto più generale del linguaggio profetico. Isaia ci presenta qui una società che sta vivendo un processo di disintegrazione che investe ogni aspetto della convivenza civile: una situazione di sfaldamento etico che parte dal piano politico e religioso per investire ogni ambito sociale. Nel tempio, per il profeta, si viene per ascoltare e credere ad una parola che si vivrà fuori. Il brano delinea proprio i principi per un discernimento del nesso fede ed esistenza e cioè il fatto che il valore di un culto non è legato alla molteplicità dei riti. Il culto è celebrato cercando il volto di quel Dio che per primo ha scelto di legarsi al suo popolo. Ma il culto, non può sostituire i doveri più elementari verso il prossimo, specialmente quando questo è debole e indifeso.

Infine, esorto a tenere presenti gli appuntamenti per la settimana dell’educazione e per la Festa della Famiglia, segnalati su questo numero del notiziario della Comunità Pastorale.

don Sergio

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Opera: La nutrizione dei cinquemila – Hendrick De Clerck – dipinto – 1590 circa – Kunsthistorisches Museum, Vienna

Riempire il vuoto d’amore

È davvero interessante sapere che il primo miracolo compiuto da Gesù, presentato nel Vangelo di Giovanni, è quello dell’acqua tramutata in vino, durante una festa di nozze a Cana di Galilea.

Meditiamo questo episodio in questa seconda domenica dopo l’Epifania, continuando, la serie delle manifestazioni di Gesù, che la liturgia ci offre per aprirci alla conoscenza dell’amore di Dio, necessario per dare valore ai vari aspetti della vita umana.

La missione di Gesù nel mondo è volta a recuperare ciò che il peccato originale aveva sciupato e reso fragile della bellezza e della perfezione di tutta la creazione, a partire dall’uomo e dalla donna, pensati e voluti da Dio come immagine e somiglianza di Lui, che è Amore per definizione.

Alle nozze di Cana era venuto a mancare il vino, segno di una festa che si stava spegnendo e che aveva bisogno di essere recuperata. Lo sguardo attento e intuitivo di Maria, invitata anch’ella a quelle nozze, sollecita Gesù a fare qualcosa che solo Lui può realizzare e ne esce quel miracolo, che Giovanni chiama “il primo dei segni” compiuti da Gesù, profetizzando il segno ultimo, manifestato sulla Croce nel dono totale della sua vita e del suo Spirito d’Amore, di cui l’umanità è continuamente assetata.

Anche oggi, infatti, in maniera sempre più assillante, il desiderio di amare è fortissimo, ma sembra non sia mai pienamente appagato, anzi si è arrivati addirittura a pensare, che esso sia un’utopia incancellabile. Eppure, Gesù facendo riempire fino all’orlo le capienti giare, trasformando l’acqua in vino, afferma che il suo Spirito sarebbe stato donato sulla croce per riempire il vuoto d’amore presente nel mondo in ogni tempo, anche il nostro tempo.

Penso alla tristezza e alla delusione di fronte a quelli che vengono chiamati i fallimenti di molte coppie, in cui l’amore sembra venire meno o non esserci più; penso anche alle fatiche o all’incapacità di mantenere relazioni di amore tra i componenti di una famiglia o di gruppi di amici; penso all’egoismo umano che blocca ogni spinta di solidarietà umana e che spesso provoca conflitti e divisioni tra i singoli, i gruppi e addirittura tra popoli e nazioni.

La tentazione di rassegnarsi è grande e provoca spesso infelicità, sconsolatezza, progressiva mancanza di entusiasmo, fino alla disperazione, ma c’è un antidoto ed è il coraggio e l’umiltà di lasciarsi amare da Gesù accogliendo la grazia del suo Spirito, sorgente perenne di Amore. Attingere a questa fonte inesauribile del suo Amore è il motivo della speranza cristiana e chiede di essere testimoniata e diffusa per riempire ogni giorno i vuoti di amore provocati dall’aridità dei sentimenti, che fanno i cuori di molti, contenitori asciutti e incapaci di amare.

Questo è il motivo per fare entrare di nuovo e senza sosta Gesù nella nostra vita personale, nelle nostre famiglie, nei nostri gruppi, nelle nostre Comunità, nel mondo intero, così da essere continuamente rigenerati e capaci di portare frutti di vero amore.

Maria è colei che, come madre premurosa, intercede per noi.

don Sergio

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Opera: Le nozze di Cana – Paolo Caliari detto il Veronese e Benedetto Caliari – olio su tela – 1579/1580 – Camera dei Deputati, Roma

Appuntamenti 13 – 21 gennaio 2023

VENERDÌ 13/1

Alle ore 20.45, presso la chiesa di San Pietro a Castelveccana, si terrà la veglia decanale per la pace.

SABATO 14/1

Dalle ore 15.00 alle ore 17.50 in Prepositurale (Luino) verrà esposta l’Eucaristia per l’adorazione personale.

DOMENICA 15/1

Al termine della S. Messa delle ore 11.15 a Voldomino ci sarà la benedizione degli animali sul sagrato parrocchia in occasione della festa di Sant’Antonio.

GIOVEDÌ 19/1

Alle ore 20.45, presso il Santuario del Carmine (Luino), si terrà la veglia decanale di preghiera nell’ambito della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.

SABATO 21/1

Dalle ore 15.00 alle ore 17.50 in Prepositurale (Luino) verrà esposta l’Eucaristia per l’adorazione personale.

Gesù: compagno di viaggio e guida

In questi primi giorni dell’anno abbiamo accompagnato con la preghiera l’ingresso in Cielo del Papa emerito Benedetto XVI, che ricordiamo con vivo affetto per la sua semplicità, gentilezza, finissima cultura e profondità teologica e spirituale. Una passione per Cristo e per la Chiesa ha caratterizzato tutta la sua vita, portandolo ad approfondire i misteri della fede, che all’inizio del suo ministero petrino si sono concretizzati nelle tre lettere encicliche sulla fede, la speranza e la carità.

Mi sembra bello ricordarlo in questa domenica, che celebra la festa del Battesimo di Gesù, il quale si è avvicinato fortemente agli uomini, inserendosi umilmente nella fila dei peccatori, per guidarli verso il cielo, che per mezzo di Lui si è aperto definitivamente, congiungendo Cielo e terra.

Proprio per ricordare Benedetto XVI vorrei proporvi alcuni passi dell’Angelus pronunciato alla festa del Battesimo di Gesù del 2006, durante il primo anno del suo pontificato.

«Quest’oggi fissiamo lo sguardo su Gesù che, all’età di circa trent’anni, si fece battezzare da Giovanni nel fiume Giordano. Si trattava di un battesimo di penitenza, che utilizzava il simbolo dell’acqua per esprimere la purificazione del cuore e della vita. Giovanni detto il “Battista”, cioè il “Battezzatore”, predicava questo battesimo ad Israele per preparare l’imminente venuta del Messia; e a tutti diceva che dopo di lui sarebbe venuto un altro, più grande di lui, il quale avrebbe battezzato non con l’acqua, ma con lo Spirito Santo (cfr Mc 1, 7-8). Ed ecco che quando Gesù fu battezzato nel Giordano, lo Spirito Santo discese, si posò su di Lui in apparenza corporea come di colomba, e Giovanni il Battista riconobbe che Egli era il Cristo, l’”Agnello di Dio” venuto per togliere il peccato del mondo (cfr Gv 1, 29). Perciò il Battesimo al Giordano è anch’esso un’”epifania”, una manifestazione dell’identità messianica del Signore e della sua opera redentrice, che culminerà in un altro “battesimo”, quello della sua morte e risurrezione, per il quale il mondo intero sarà purificato nel fuoco della divina misericordia (cfr Lc 12, 49-50).

Per la prima volta, stamani, ho avuto la gioia di battezzare nella Cappella Sistina dieci neonati. A questi piccoli e alle loro famiglie, come pure ai padrini e alle madrine, rinnovo con affetto il mio saluto. Il Battesimo dei bambini esprime e realizza il mistero della nuova nascita alla vita divina in Cristo: i genitori credenti portano i loro figli al fonte battesimale, che rappresenta il “grembo” della Chiesa, dalle cui acque benedette vengono generati i figli di Dio. Il dono ricevuto dai neonati chiede di essere accolto da loro, una volta fattisi adulti, in modo libero e responsabile: questo processo di maturazione li porterà poi a ricevere il sacramento della Cresima o Confermazione, che, appunto, confermerà il Battesimo e conferirà a ciascuno il “sigillo” dello Spirito Santo.

Cari fratelli e sorelle, l’odierna solennità sia occasione propizia per tutti i cristiani di riscoprire con gioia la bellezza del loro Battesimo, che, se vissuto con fede, è una realtà sempre attuale: ci rinnova continuamente ad immagine dell’uomo nuovo, nella santità dei pensieri e delle azioni. Il Battesimo, inoltre, unisce i cristiani di ogni confessione. In quanto battezzati, siamo tutti figli di Dio in Cristo Gesù, nostro Maestro e Signore. Ci ottenga la Vergine Maria di comprendere sempre più il valore del nostro Battesimo e di testimoniarlo con una degna condotta di vita».

Le parole appena lette rivelano la semplicità e la chiarezza di Benedetto XVI che interveniva come “catechista” del mondo intero, invitando ciascuno a rinnovarsi per portare dentro e attorno a noi l’immagine di Cristo.

In quest’ottica di novità, di rinnovamento e di maturazione ci prepareremo nei prossimi mesi a vivere la missione popolare nella nostra città di Luino e per questo vi invito a leggere la lettera allegata al notiziario di questa settimana.

don Sergio

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Opera: Battesimo di Cristo – Verrocchio e Leonardo – olio e tempera su tavola – 1470-1475 – Galleria degli Uffizi, Firenze

Tracciare insieme sentieri di pace

Il nuovo anno 2023 comincia di domenica, Giorno del Signore, in cui si celebra la LVI Giornata mondiale della Pace, con un messaggio di Papa Francesco dal titolo “Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace”.

Il tempo della Pandemia ha scosso parecchio gli animi umani suscitando in molti fragilità, insicurezze, paure, perdita di speranza nel futuro; a tutto questo si è aggiunta la guerra in Ucraina, che, come scrive Papa Francesco, produce effetti a livello globale: “Basti solo pensare ai problemi del grano e ai prezzi del carburante. Di certo, non è questa l’era post-Covid che speravamo o ci aspettavamo”, constata.

“Questa guerra, insieme a tutti gli altri conflitti sparsi per il globo, rappresenta una sconfitta per l’umanità intera. Mentre per il Covid-19 si è trovato un vaccino, per la guerra ancora non si sono trovate soluzioni adeguate”, ha lamentato. “Certamente il virus della guerra è più difficile da sconfiggere di quelli che colpiscono l’organismo umano, perché esso non proviene dall’esterno, ma dall’interno del cuore umano, corrotto dal peccato”.

Non dobbiamo, però, disperare, perché il Signore è con noi, si rende sempre presente in ogni momento storico e il Vangelo di questa domenica, nell’Ottava del Natale, ci ricorda che “quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo”. (Lc 2, 21). Il nome “Gesù” significa “Dio salva”, per questo dobbiamo avere fiducia, Egli “ci accompagna con tenerezza, ci sostiene nella fatica e, soprattutto, orienta il nostro cammino”.

Il Papa invita anche a porre al centro la parola “insieme”, perché “è insieme, nella fraternità e nella solidarietà, che costruiamo la pace, garantiamo la giustizia, superiamo gli eventi più dolorosi”.

“Non possiamo più pensare solo a preservare lo spazio dei nostri interessi personali o nazionali”, ha affermato, esortando a lasciar entrare la “luce del bene comune, con un senso comunitario, ovvero come un ‘noi’ aperto alla fraternità universale. Non possiamo perseguire solo la protezione di noi stessi, ma è l’ora di impegnarci tutti per la guarigione della nostra società e del nostro pianeta, creando le basi per un mondo più giusto e pacifico, seriamente impegnato alla ricerca di un bene che sia davvero comune”.

Vi, invito, se riuscite, a leggere tutto il messaggio del Papa, può essere utile per iniziare questo nuovo anno all’insegna del coraggio e della forza di affrontare le sfide che incontreremo, ma anche per valorizzare le risorse di bene che troviamo dentro di noi e attorno a noi.

L’anno 2023, per la nostra Comunità Pastorale, sarà l’occasione per vivere insieme un evento che lanceremo nel giorno dell’Epifania e che ci troverà tutti coinvolti in una “Missione popolare” da vivere come gioioso annuncio del Vangelo che raggiunga uomini e donne della nostra città in ogni ambiente in cui vivono.

E il Vangelo non è altro che la lieta novella di Dio, il quale guida la storia mandando il suo Figlio Gesù per realizzare il Regno di pace e di giustizia, già presente in mezzo a noi.

Buon Anno.

don Sergio

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Opera: Natività – Giotto – affresco – 1310 – Basilica Inferiore di San Francesco, Assisi