Ci siete voi… e io vi ringrazio

“Di fronte alle crepe che minacciano la stabilità della casa comune, si fanno avanti quelli che dichiarano di voler mettere mano all’impresa di aggiustare il mondo. Si fanno avanti coloro che riconoscono nella fede cristiana un fondamento necessario per la speranza e una motivazione decisiva per l’impegno. Si fanno avanti coloro che sono animati da una passione per il bene comune e avvertono la vocazione alla solidarietà come fattore irrinunciabile per la loro coscienza”.

Nel Discorso alla città e alla diocesi mons. Mario Delpini ha poi elencato diverse “figure” tra coloro che non cedono all’indifferenza, impegnati per il bene comune: “Non sono perfetti, non si ritengono superiori. Ma si fanno avanti ogni mattina. Non fanno grandi discorsi ma io credo di poterne immaginare l’animo”.

Da qui, gli esempi: una coppia di sposi che avvertono “la forza e la bellezza del loro amore”; la giovane donna, sindaco del paese, che si fa avanti “e assume la responsabilità del bene comune, la responsabilità di gestire le risorse per favorire il vivere insieme, per curare i rapporti e il sostegno alle fasce deboli”; poi l’educatore, il prete, l’insegnante, con “la responsabilità di offrire alle giovani generazioni le buone ragioni per diventare adulti fiduciosi e generosi”.

Quindi la responsabile del carcere, la quale fa sua “la responsabilità di applicare la Costituzione della Repubblica, i regolamenti del carcere nella loro intenzione di recupero e reinserimento”. E poi, ciascuno nel suo ruolo, la commercialista, il notaio, l’avvocato, il carabiniere, il poliziotto, il finanziere, l’imprenditore, il giovane, il cittadino comune… E, ancora, il politico che non intende farsi “complice della rovina della casa” e che si impegna per il bene dei cittadini.

“La casa non cade – ha sottolineato mons. Delpini – perché ci sono persone che si fanno avanti per aggiustarla e per renderla abitabile. Il Signore Gesù ha pronunciato la parola sulla quale si può costruire la casa che non teme i venti tempestosi, neppure i venti di questo nostro tempo. Il Signore Gesù è lui stesso la pietra angolare. Io credo che sia proprio opera di Dio quell’invincibile desiderio di bene, quel senso di responsabilità, quella disponibilità ad affrontare anche fatiche e sacrifici che convince molti a farsi avanti, per camminare insieme, per assumere responsabilità. La responsabilità personale è il fascino e il rischio della democrazia, della vita in questa terra che amiamo, della continuità di una civiltà di cui siamo fieri”.

Rivolgendosi ai presenti, l’arcivescovo ha concluso: “La casa non cadrà perché ci siete voi, responsabili delle istituzioni, sindaci, forze dell’ordine, magistrati, imprenditori, medici, educatori, donne e uomini, anziani, adulti e giovani, voi tutti che vi fate avanti ogni giorno e che mettete mano all’impresa di aggiustare il mondo. La casa non cadrà perché ci siete voi, convinti che valga la pena considerare la vita come vocazione a servire piuttosto che come pretesa di essere serviti. […] Ci siete voi, uomini e donne di fede che sapete pregare per non cadere in tentazione. Ci siete voi, uomini e donne di ogni credo e di ogni appartenenza che sapete percorrere con tenacia e perseveranza le vie del bene. Ci siete voi, uomini e donne abitati dalla gioia di essere vivi, di essere insieme, di essere in cammino verso un futuro desiderabile. Ci siete voi. E io vi ringrazio”.

don Cesare

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