Pensieri sparsi

Questa settimana i pensieri del Parroco sono stati un po’ sparsi, comunque sempre con lo sguardo sulla Chiesa.

Il Seminario: la giornata del seminario: pregate pregate perché coloro che sono chiamati abbiamo il coraggio di rispondere sì all’appello del Signore.

Ecco cosa dice l’Arcivescovo Mario: “La Giornata per il Seminario è celebrata perché ancora sia proposta e ascoltata la parola di Gesù che chiama. Quelli dell’attesa, quelli della sorpresa, quelli della pretesa, quelli dell’intesa, tutti sentono pronunciare il loro nome. Saranno pronti a riconoscere con gioia la vocazione alla gioia e alla speranza? Decideranno di ascoltare la parola di Gesù e di seguirlo? La Giornata per il Seminario è l’occasione per far memoria a tutta la comunità della presenza di Gesù e della sua chiamata.” (M. Delpini).

Preghiamo anche per i diaconi che si preparano all’ordinazione diaconale… tra di loro anche un giovane del nostro Decanato.

“Pacem in terris”: il Papa invita a pregare per la pace.

Papa Giovanni XXIII diceva: “La Pace in terra, anelito profondo degli esseri umani di tutti i tempi, può venire instaurata e consolidata solo nel pieno rispetto dell’ordine stabilito da Dio. Tutti gli esseri umani e tutti i corpi intermedi sono tenuti a portare il loro specifico contributo all’attuazione del bene comune. Ciò comporta che perseguano i propri interessi in armonia con le sue esigenze; e adducano, allo stesso scopo, gli apporti — in beni e servizi — che le legittime autorità stabiliscono, secondo criteri di giustizia, nella debita forma e nell’ambito della propria competenza; e cioè con atti formalmente perfetti e i cui contenuti siano moralmente buoni o, almeno, ordinabili al bene. Però l’attuazione del bene comune costituisce la stessa ragione di essere dei poteri pubblici; i quali sono tenuti ad attuarlo nel riconoscimento e nel rispetto dei suoi elementi essenziali e secondo contenuti postulati dalle situazioni storiche”. (Giovanni XXIII).

Dalla giustizia viene la pace!!! Il giorno 11 ottobre alle ore 18.00 al santuario del Carmine, in comunione con il Papa e con tutta la Chiesa, pregheremo il S. Rosario per la pace nel mondo e perché tutti, governanti e uomini e donne ascoltino il grido che sale verso il cielo “Pace, Pace, Pace”.

Speranza? Di fronte alla parola che annuncia l’imminenza del disastro e la gravità della catastrofe come si comportano i protagonisti della storia, i potenti dei popoli? Ci sono quelli che sono infastiditi da ogni parola di buon senso, che non sopportano chi parla in nome di Dio: «Essi dicono ai veggenti: “Non abbiate visioni” e ai profeti: “Non fateci profezie sincere”». Essi consultano gli esperti e i professionisti e dicono loro: “Dateci ragione”. Parlate così male della legge di Dio da autorizzarci a fare a meno di Dio, «toglieteci dalla vista il Santo d’Israele». Ci sono quelli che sono indifferenti, che hanno altro da pensare, secondo i quali se queste cose capitano è perché sono sempre capitate, se oggi si registrano questi disastri non si fa altro che scrivere pagine già scritte e raccontare storie già raccontate.

Ci sono quelli che sono tormentati dalla loro impotenza. Vedono la catastrofe e si struggono di non poter fare niente. Protestano e le loro proteste non servono a niente. In questa desolazione si è accesa una luce, è stata detta una parola che indica la direzione. In questa desolazione il Verbo si è fatto carne e noi abbiamo visto la sua gloria. Quando è stato incarcerato il profeta, inizia una nuova profezia: «Quando Gesù seppe che Giovani era stato arrestato […] cominciò a predicare». E la prima parola di Gesù risuona come la parola improbabile, come la notizia incredibile: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».

Dunque, è adesso che bisogna cambiare vita, è adesso che siamo chiamati a riconoscere l’opera di Dio e l’avvicinarsi del regno dei cieli; dunque è proprio adesso che Dio offre la riconciliazione e la salvezza: «Quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi».

La rivelazione dell’opera che Dio compie in questa storia, in questa tribolazione alimenta una speranza invincibile. Il richiamo di Papa Francesco nella Bolla di indizione del Giubileo è la parola profetica in cui trovano incoraggiamento coloro che sono mortificati dalla loro impotenza: la speranza non delude. Siamo il popolo della speranza, perciò della contemplazione dell’opera di Dio, perciò della preghiera, perciò della profezia, impotente eppure incontrovertibile. (M. Delpini)

don Cesare

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