Pregare in comunione con Maria

La nostra Comunità Pastorale, unitamente a tutta la città di Luino, festeggia oggi la Madonna del Carmine.

Questa circostanza diventa un’occasione per riflettere sulla nostra vita comunitaria e, soprattutto, sull’opportunità che abbiamo di affidare la nostra vita alla Madonna.

Ella viene invocata col titolo di Madonna del Monte Carmelo (o Madonna del Carmine) in riferimento all’eredità spirituale del profeta Elia, come contemplativo e strenuo difensore dell’unico Dio di Israele. Sul monte Carmelo nel sec. XII si raccolsero alcuni eremiti nell’intento di dedicarsi giorno e notte alla lode di Dio sotto il patrocinio della beata Vergine Maria.

Una riflessione di papa Benedetto XVI sul canto del magnificat.

Il Magnificat è un canto che rivela in filigrana la spiritualità dei poveri, ossia di quei fedeli che si riconoscevano “poveri” non solo nel distacco da ogni idolatria della ricchezza e del potere, ma anche nell’umiltà profonda del cuore, spoglio dalla tentazione dell’orgoglio, aperto all’irruzione della grazia divina salvatrice. Tutto il Magnificat è marcato da questa “umiltà” che indica una situazione di concreta umiltà e povertà.

La Vergine Madre è consapevole di avere una missione da compiere per l’umanità e la sua vicenda si inserisce all’interno della storia della salvezza. E così può dire: “Di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono” (v. 50). La Madonna con questa lode del Signore dà voce a tutte le creature redente che nel suo “Fiat”, e così nella figura di Gesù nato dalla Vergine, trovano la misericordia di Dio.

Nel Vangelo di Luca abbiamo sette verbi che indicano altrettante azioni che il Signore compie in modo permanente nella storia: “Ha spiegato la potenza… ha disperso i superbi… ha rovesciato i potenti… ha innalzato gli umili… ha ricolmato di beni gli affamati… ha rimandato i ricchi… ha soccorso Israele”.

In questo settenario di opere divine è evidente lo “stile” a cui il Signore della storia ispira il suo comportamento: egli si schiera dalla parte degli ultimi. Il suo è un progetto che è spesso nascosto sotto il terreno opaco delle vicende umane, che vedono trionfare “i superbi, i potenti e i ricchi”. Eppure la sua forza segreta è destinata alla fine a svelarsi, per mostrare chi sono i veri prediletti di Dio: “Coloro che lo temono”, fedeli alla sua parola; “gli umili, gli affamati, Israele suo servo”, ossia la comunità del popolo di Dio che, come Maria, è costituita da coloro che sono “poveri”, puri e semplici di cuore.

In questo meraviglioso commento del Magnificat di sant’Ambrogio mi tocca sempre particolarmente la parola sorprendente: “Se, secondo la carne, una sola è la madre di Cristo, secondo la fede tutte le anime generano Cristo; ognuna infatti accoglie in sé il Verbo di Dio”. Così il santo Dottore, interpretando le parole della Madonna stessa, ci invita a far sì che nella nostra anima e nella nostra vita il Signore trovi una dimora. Non dobbiamo solo portarlo nel cuore, ma dobbiamo portarlo al mondo, cosicché anche noi possiamo generare Cristo per i nostri tempi. Preghiamo il Signore perché ci aiuti a magnificarlo con lo spirito e l’anima di Maria e a portare di nuovo Cristo al nostro mondo. (Benedetto XVI, Udienza generale del 15 febbraio 2006)

don Daniele

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