In questi giorni celebriamo la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, un tema importante per la nostra fede ma soprattutto per una testimonianza che sia coerente, che sappia parlare al mondo di oggi così segnato da guerre e divisioni.
A partire dal tema della settimana, riflettiamo sull’importanza della nostra fede in Gesù come primo passo verso l’unità.
“Credi tu questo?”: questa domanda di Gesù è il fondamento della fede cristiana. È una domanda che percorre tutto il corso della storia e che ci interpella profondamente sul piano personale ed ecclesiale.
Il brano della risurrezione di Lazzaro scelto per questa settimana, ci commuove perché ci richiama l’evento centrale della nostra fede: Gesù è risorto, è la risurrezione e la vita, la morte non ha l’ultima parola, ma è sommersa dalla risurrezione di Cristo.
Siamo nella parte del Vangelo di Giovanni chiamata “vangelo dei segni”: nel contesto del capitolo 11 contrassegnato dall’attesa di quell’“ora”, risuonano le parole del dialogo tra Marta e il Signore: da una parte, la delusione, la fragilità e il dolore di Marta, che con Lazzaro sa di aver perso tutto ciò che aveva: “se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!”. Dall’altra parte Gesù, il Signore della vita che davanti a lei afferma: “Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se muore, vivrà; anzi chi vive e crede in me non morirà mai” (Gv 11, 25- 26).
“Credi tu questo?” significa credere nella persona di Cristo e nel suo Spirito sia nella storia e nella vita personale di ognuno di noi, sia come chiese cristiane. In questo presente tempo in cui lo scetticismo verso i principi e le verità evangeliche sembra farla da padrone, i cristiani sono chiamati a credere e soprattutto vivere la fede in Gesù credendo alla sua Parola, credendo a ciò che può sembrare impossibile, perché il nostro Dio è l’Iddio dell’impossibile. La risurrezione è un vero e proprio ritorno alla vita, è un miracolo di Dio che si accetta per fede, estraneo al pensiero del nostro tempo ma è un miracolo e un dono.
“Credi tu questo?”: anche nel cammino ecumenico si tratta di credere in Cristo nostra speranza, che nella sua Carne ha abbattuto il muro della divisione e ha fatto di due popoli una cosa sola (cfr. Ef 2, 14- 15). Si tratta quindi di immergere in lui e nel suo Spirito il nostro cammino che porta i segni delle fragilità e degli interrogativi del presente. Crediamo che l’ecumenismo non sia soltanto un lavoro diplomatico, incontro al vertice o l’intesa pratica in uno spirito di collaborazione per le diverse iniziative, ma sia innanzitutto incontro personale con Cristo, guardarlo negli occhi e credere in lui e nella sua forza trasformante.
Dunque, si tratta di credere nella risurrezione anche per quanto riguarda il cammino ecumenico. Sì, credere nella persona di Cristo. È lui che ha trasformato ogni immobilismo, ogni rigidità, ogni tentazione, ogni difficoltà in luce, ogni morte in vita.
don Daniele
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Opera: La resurrezione di Lazzaro – Peter Paul Rubens – 1625 – olio su tela – Galleria Sabauda, Torino

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