Sul sito della Chiesa ambrosiana viene riportata in questi giorni una riflessione del Vicario generale, Mons. Franco Agnesi, sugli appuntamenti che riguardano la nostra Diocesi nel prossimo anno pastorale. Li riporto qui in maniera sintetica, offrendo a tutti una riflessione sul senso di appartenenza alla nostra Chiesa.
La proposta pastorale dell’Arcivescovo parte dall’importanza dell’anno liturgico per la vita della Chiesa: questo richiamo ci deve portare a riflettere sul fatto che, forse, facciamo fatica a celebrare insieme l’Eucaristia come incontro con il Signore Gesù vivo. Il richiamo all’anno liturgico, da una parte, ci ricorda questo primato, dall’altra ci rende più liberi da programmi rigidi e ripetitivi.
Come l’Arcivescovo ricorda che non si tratta di avere un calendario già pronto, ma di vivere l’esistenza con un respiro e una dimensione autenticamente umani. Questo mi pare un aspetto molto liberante: non vuol dire che non ci raduniamo, non organizziamo, non mettiamo a tema appuntamenti e percorsi formativi, ma che facciamo tutto questo come prolungamento della celebrazione eucaristica.
Il nuovo messale ambrosiano: La nuova edizione del Messale è il segno concreto e visibile di una ricchezza dello Spirito, di una storia di fede e di preghiera che ci ha raggiunto e che noi, attraverso la celebrazione, possiamo trasmettere ad altri. Il Messale è il riferimento per la preghiera comune, per la celebrazione creativa e ordinata, e non soltanto per compiere qualche gesto o qualche precetto. È il libro della comunità, non del prete o del sacrestano.
Il Giubileo 2025: Certamente il titolo del Giubileo, “Pellegrini di speranza”, e la visione dell’Arcivescovo sono occasioni per far sì che il tema della speranza non sia confuso con un ottimismo superficiale, ma venga percepito come una realtà da ricercare attraverso segni concreti, piccoli ma veri, di un’umanità che si rilancia, che cerca la riconciliazione e la ripresa di una convivenza nella pace possibile a tutti.
Oggi ci è chiesto di decidere se dare credito ai segni di violenza, di male e anche di odio, o dare credito e intelligenza alla riconciliazione, alla solidarietà, alla cura del più piccolo, alla stima reciproca. Il Giubileo ci invita, come comunità cristiana, a metterci in ascolto del Signore, perdonandoci vicendevolmente come Lui ci ha perdonati.
Il Sacramento della Riconciliazione: Dovremmo imparare a sperimentare momenti in cui, insieme come comunità viva, celebriamo la Riconciliazione. Quello stile di un dialogo franco, dell’avvicinarsi al sacramento e di impegnarsi per un’azione di carità, può diventare trasferibile nelle comunità parrocchiali, aiutando a riscoprire il senso della Riconciliazione, che non può rimanere solo un fatto privato.
L’itinerario sinodale: esprime il concetto della missione della Chiesa vissuta in senso sinodale. Il cammino di discernimento della Chiesa italiana, relativo a cosa chieda oggi lo Spirito alle nostre comunità per rinnovarsi, porta a incoraggiare la scelta fatta di sperimentare in concreto una sinodalità attraverso i Gruppi Barnaba e le Assemblee. Le quali, non a caso, sono partite dall’ascolto della realtà del territorio del Decanato, proprio perché intuiamo delle priorità missionarie e delle esperienze da mettere in comunione e da collegare per avviare percorsi di vita buona per le nostre comunità e la realtà sociale e civile nella quale viviamo. Tutto questo può aiutare anche a rinnovare lo sguardo della comunità parrocchiale che celebra l’Eucaristia e che da questa trova forza per rileggere se stessa come luogo di testimonianza e incoraggiamento per il territorio.
don Daniele

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