Parliamo di famiglia

Lo slogan proposto per tutta la diocesi è “Animati da invincibile speranza. Dalla famiglia cristiana un invito alla gioia per tutti”. La speranza ci apre dunque alla gioia. Crediamo che, per essere famiglie che trasmettono ed educano alla speranza, occorre esercitare e avere uno sguardo positivo sul futuro.

Attraverso un’animazione gioiosa della Festa della Famiglia, ci impegniamo dunque a proclamare e testimoniare che, se i nostri figli seguiranno il Vangelo e continueranno a essere discepoli del Signore, avranno certamente “un domani PIENO DI VITA“!

Quello della famiglia è un argomento complesso in un tempo dove le crisi familiari sono diffuse e prevale la fuga dalla famiglia, perché troppo impegnativa ed esigente nelle responsabilità. Eppure, e questo è un aspetto molto importante, il buon Dio ha scelto un contesto familiare per la manifestazione al mondo del suo stesso figlio: un padre, una madre, un umile ambiente dove poter vivere, un lavoro tradizionale e una vita normale.

La famiglia è questo, anche se oggi le pretese sono altre, per cui si vuole la famiglia “bancomat”, pronta a rispondere a tutte le esigenze economiche. C’è chi vuole la famiglia “albergo”, perché si possano ottenere i migliori e rapidi servizi di accoglienza. Si cerca anche la famiglia “comoda”, perché deve essere sempre efficiente, avere il meglio e ricevere qualità. Non dimentichiamo la famiglia definita del “mulino bianco”, dove tutto è visibilmente bello e senza alcun problema. Sono le famiglie generate da questa società, che esclude la dimensione affettiva e l’amore, per dare sempre l’idea che tutto vada bene e ciò che unisce è solo ciò che piace, poi ognuno fa solo ciò che vuole. In sintesi: egoismo e piacere.

Ma c’è un altro volto della famiglia, che un po’ tutti conoscono e molti hanno dimenticato: la famiglia dei “sacrifici”, dove l’uno si adopera per l’altro, i genitori si spendono per i figli e si pongono le solide basi per il futuro. Abbiamo la famiglia della “vita”, dove tutto è rispetto della vita, dal generare i figli a farli crescere, dal custodire gli anziani e dare loro speranza fino all’ultimo istante dell’esistenza. La famiglia del “perdono”, la quale ha sempre la porta aperta, nonostante i conflitti, le fughe e le scelte sbagliate di chi ha pensato di poter fare liberamente altro. La famiglia che “accoglie”, pronta a dire – dove mangiano in tanti – che c’è posto anche per un altro, per cui prevale la solidarietà e la condivisione con tutti. La famiglia “chiesa domestica”, che sa vivere nella fede, nella condivisione della Parola di Dio e nella bellezza di essere anche famiglia nella celebrazione liturgica domenicale. La famiglia che “Dio ci ha donato” è certamente la più bella ed importante, perché è il contesto in cui si è concretizzata la vita di ciascuno di noi, dove il padre e la madre hanno un volto, una storia e delle mani che parlano di sacrificio, anche se ora non ci sono più.

Ringraziamo il buon Dio per il dono che ci ha fatto della famiglia e preghiamo per quanti non hanno una famiglia ed ancora oggi pagano l’amaro prezzo di questa triste assenza!

don Daniele

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Opera: Sacra Famiglia – Juan Simón Gutiérrez – 1680 – olio su tela


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