Il grido della fede nel disastro del mondo

Abbiamo iniziato domenica scorsa il percorso dell’Avvento: bello, che l’abbiamo fatto al termine delle giornate eucaristiche, quasi a ricordarci che l’Eucaristia ci aiuta a conservare in noi lo sguardo vigile di chi sa aspettare, di chi non è impaziente per cambiare in maniera idealistica le cose che non vanno, ma che si affida alla grazia di Gesù che è più lungimirante del nostro sguardo ristretto!

Ci lasciamo guidare allora dalle parole che l’Arcivescovo ha pronunciato nel Duomo di Milano in occasione della Prima domenica di Avvento:

La terra trema, la terra crolla, non c’è scampo! La terra barcolla come un ubriaco, spensierato, barcolla per le strade del paese, canta e si vanta, si copre di ridicolo… inciampa, cade, piange, il veleno di cui si è riempito l’ubriaco diventa come un’infelicità…. Quello che è stato costruito con arroganza è trascinato via dall’umiliazione! E il discepolo, dunque, dove volgerà lo sguardo, l’umanità umiliata e sconfitta, dove troverà scampo? Non negli idoli muti e sordi, ma a Gerusalemme: per adorare il Re dei Re, che là fa risplendere la sua gloria. A Gerusalemme ci sarà un rifugio per tutti i popoli della terra? Dove regna il Signore, abita la pace; il Regno dell’Altissimo è regno di amore, di giustizia, di pace; Gerusalemme, la città che Dio non può dimenticare; la Gerusalemme nuova, la Sposa dell’Agnello, che scende dal cielo. Così raccomando che sia il tempo di Avvento: la parola di Dio ci convince a metterci in cammino, nella croce e nella gloria.

Mi piace pensare all’Eucaristia che abbiamo adorato come alla città di Gerusalemme, quella che viene dal cielo, colma delle benedizioni di Dio, dove anche noi possiamo trovare la pace del cuore; da lì vengono tutte le grazie che Dio ha in serbo per noi.

Perciò non ci spaventa il “disastro del mondo”, quello che i profeti descrivono nelle loro parole, ma con fiducia andiamo incontro al Signore per poter essere ancora una volta destinatari della Sua visita che rincuora, consola e incoraggia.

don Daniele

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Opera: La città celeste e il fiume della beatitudine – John Martin – 1841 – olio su tela


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