“Stupiti dall’umanità di Gesù” – La comune responsabilità per l’umano

Oggi, solennità di Cristo Re dell’universo, si celebra la Giornata Diocesana della Caritas. E’ l’occasione per chiederci quale sia il significato della presenza dei gruppi Caritas nelle parrocchie e nelle comunità pastorali.

Spesso noi pensiamo che gli operatori della Caritas siano i “delegati” a fare la carità, per esempio: “C’è un problema, una situazione di bisogno o di povertà? Bene, c’è la Caritas, ci penseranno loro”… Invece il significato è molto diverso: la Caritas esiste per ricordare a tutti i fedeli l’importanza di mettersi al servizio dei più poveri, senza delegare alcune persone, ma mettendosi in gioco in prima persona: “Cosa posso fare io per questo bisognoso, per aiutare questa situazione?”. La carità non si delega, si vive in prima persona!

Accogliendo la sollecitazione del nostro Arcivescovo a operare per un nuovo umanesimo, facciamo nostro il suo invito: “L’umanesimo cristiano è amico del bene, di tutto il bene, del bene di tutti e con l’amore fraterno, con uno stile rispettoso e attento alle persone, con intelligenza e laboriosità sa costruire un modo di vivere che è desiderabile, una città dove è desiderabile abitare” (omelia 14 marzo 2021).

Come espresso da Papa Francesco in occasione del convegno di Firenze del 2015 è possibile parlare di umanesimo solo a partire dalla centralità di Gesù, scoprendo in lui i tratti del volto autentico dell’uomo.

Commentando il n. 22 della costituzione conciliare Gaudium et Spes, così scrive il teologo Lucio Casula: “L’uomo è chiamato a realizzare se stesso conformandosi a Cristo. Non si tratta di fare cose straordinarie e fuori dalla portata umana, ma occorre impegnarsi nella storia con le proprie mani, con la propria mente, con la propria volontà e con il proprio cuore, cioè lavorando, pensando, agendo e amando come Cristo. Solo alla luce del mistero di Cristo e seguendo il suo esempio, infatti, si potrà realizzare ciò che è autenticamente umano e si potranno vincere le tante situazioni di povertà e di disonestà, di egoismo e odio, d’ingiustizia e violenza, di oppressione e repressione, che sono sempre un attentato all’umanità e alimentano disumanità. Cristo è il principio dell’umanità nuova, che in lui è pienamente rivelata e già perfettamente realizzata!” (“Perle del Concilio”, EDB 2012).

In questa circostanza si celebra anche la Giornata Mondiale dei poveri, voluta da Papa Francesco al termine dell’Anno della Misericordia: il Papa indica nei poveri una via: “I credenti, quando vogliono vedere di persona Gesù e toccarlo con mano, sanno dove rivolgersi: i poveri sono sacramento di Cristo, rappresentano la sua persona e rinviano a Lui”.

Il Signore ci renda capaci di comprendere che siamo beati ogni volta che dobbiamo perdere qualcosa per costruire, nella nostra vita, quello stile di dono che permette di dare al Signore (e ai fratelli bisognosi) non semplicemente qualcosa di nostro ma tutto noi stessi.

don Daniele

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Opera: Cristo Trionfante – Correggio – 1520/1524– affresco– Chiesa di San Giovanni Evangelista (Parma)


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